I DIRITTI NATURALI DEI BAMBINI
C'è stato un aspetto di questo WISKIE a cui forse pochi hanno dato peso, ma che per altri è stato fonte di emozione e riflessione.
Sabato abbiamo condiviso l'imbarco (a dir la verità è casa loro, per cui gli abbiamo invaso lo scivolo d'alaggio) con tre bambini che hanno preso il mare su due barchette a vela Bic O'pen.
Il mondo della vela e quello del kayak da mare si incrociano spesso; ci accomuna una visione del mare in cui al centro c'è l'ambiente e non l'uomo.
Vedere due equipaggi in cui il bimbo più grande (ad occhio un dodicenne) spiegava ai più piccoli come gestire la vela ed il timone per uscire dal porto di Le Grazie con il poco vento che c'era mi ha stimolato alcuni pensieri.
Tra le altre cose mi è tornato in mente un fogliettino di carta consegnatoci pochi giorni prima dal Punto Giochi che frequenta Federico, e che ha frequentato Matteo. Un manifesto su cui si è basato il progetto educativo di quest'anno e che riporta - tra le altre cose - il diritto a vivere il selvaggio; ascoltare il rumore del vento o dell'acqua; ammirare l'alba, il tramonto, la luna e le stelle; riconoscere i profumi offerti dalla natura;...
tutte cose banali, scontate e forse poco interessanti per gli adulti, i quali hanno costruito una società che allontana sempre più da questo.
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| "I diritti naturali dei bimbi" di Gianfranco Zavalloni |
Forse da loro dovremmo imparare qualcosa. I bimbi abituati a vivere la natura hanno chiaro in testa un futuro che noi non riusciamo nemmeno ad immaginare. Ho invidiato loro, e soprattutto avrei voluto complimentarmi con i loro genitori.
Alla fine di questi pensieri ho scoperto che la canoa e la vela, sono solo strumenti per rimanere bambini.
Questo post è stato pubblicato "a caldo" sui miei social il giorno dopo la chiusura del WISKIE. Ma ho pensato di riportarlo anche qui... dove possa essere ripreso più facilmente anche in futuro.



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