venerdì 10 novembre 2017

Invernali sul Lario - MiniMostra fotografica ad Inverigo (CO)



Qualche mese fa mi sono avvicinato alla fotografia spinto principalmente dall'insoddisfazione che avevo ed ho tutt'ora riguardando le foto scattate in kayak, in montagna o nei viaggi.
Sono entrato così nel Circolo Fotografico di Inverigo dove ho trovato un ambiente amichevole oltre che una culla ideale per sviluppare tecnica ed occhio.

I soci del circolo spesso espongono i loro lavori in alcuni locali della zona (bar, biblioteche, sale civiche comunali,...) che si prestano ad ospitare temporaneamente delle stampe sulle proprie pareti.
Credo che in quell'associazione di fotoamatori non siano  troppo consci delle mie capacità tecniche e doti artistiche, tant'è che qualche settimana fa mi è stato chiesto se avessi del materiale da proporre.
Non ho la bacchetta magica per improvvisarmi artista ed inventarmi un portfolio degno di tale nome ma posso tentare di mostrare quanto sia meraviglioso esplorare laghi e mari a bordo di un kayak.

Inizialmente ho pensato di prendere come tema il delta del Po: luogo di cui mi sono innamorato durante il trekking di sei giorni la scorsa estate ma tra le cui foto non ho trovato praticamente nulla di esponibile. Ho solo uno scatto buono di quella settimana, tra l'altro fatto da Gloria. Spero di riuscire a tornare parecchie volte in quell'angolino di Italia ignorato da molti e di accumulare materiale buono nel caso in cui, tra qualche anno, abbia ancora l'opportunità di raccontare con immagini il mondo del kayak.

Ho ripiegato quindi su un altro tema: "Pagaiando sul freddo Lario". Una raccolta di immagini scattate sul Lago di Como e sui laghetti limitrofi in autunno inoltrato od inverno (tra Novembre e Gennaio).
Spero di riuscire a trasmettere a chi vedrà queste 10 stampe in formato 30x20 una minima parte delle emozioni che si provano in kayak.

Questo il testo che ho lasciato a descrizione delle foto:

"Quando l’estate è solo un ricordo e le giornate diventano sempre più corte e fredde il lago si svuota dai diportisti e turisti che lo invadono nella bella stagione.

L’autunno e l’inverno sono le stagioni in cui il Lario è più affascinante.

Nelle primissime ore della mattina si naviga in un’atmosfera surreale, spesso avvolti dalla nebbia che confonde i punti di riferimento. Sembra di scivolare sull’acqua sospesi in un mondo magico a metà strada tra il fiabesco e lo spettrale.

Poi, quando il tiepido sole dirada la foschia tutto il paesaggio appare più nitido, si può godere della vista dei monti innevati, degli alberi che prima si colorano delle calde tinte autunnali e nei mesi più freddi si spogliano completamente lasciando solo una fitta trama di rami da cui quasi dubiti possa di nuovo risorgere la vita a primavera.

Si incrocia la rotta solo di pochi pescatori, pochissimi traghetti, qualche velista e pochi altri canoisti.
Il silenzio regna sovrano, l’acqua è quasi sempre piatta come se anche lei partecipasse al generale torpore che la circonda.
L’intimo legame tra uomo ed elementi che solo un kayaker conosce in questa atmosfera viene esaltato al massimo.
In queste giornate la sera arriva presto, assieme al freddo pungente accentuato dalla Breva. La stessa poesia dei primi raggi di sole la si può ritrovare al tramonto in un ciclico alternarsi di giorni e mesi fino a che questa specie di letargo cesserà con l’arrivo della primavera; il calore farà esplodere la natura di nuova vita ed il lago tornerà a ripopolarsi di fiori, animali e turisti chiassosi.
Noi saremo comunque qui, a pagaiare sul lago in ogni sua fase ed in ogni stagione.
Sarà ugualmente bello, il Lario regala sempre forti emozioni, ma solo chi osa esplorarlo e viverlo anche nei suoi giorni più freddi ne conosce a fondo la magia."

Ho inserito anche un collage di piccole foto formato 10x10 in stile vecchie istantanee dal titolo "Fibra di carbonio e ghiaccio" che vuole essere una specie di reportage o backstage di questo progetto: una scattata ai due Prijon Touryak adagiati sulla spiaggia del tempietto di S. Fedelino ricoperta di neve a ed alcune foto di dettagli di kayak ed attrezzatura ricoperti da ghiaccio e brina.
Questa la descrizione che si trova su questa composizione:
"Il kayak da mare è uno sport adatto a tutti. In una giornata estiva dal meteo perfetto, scegliendo un percorso non impegnativo e privo di pericoli, anche chi è alle primissime esperienze può facilmente ricavare grandi soddisfazioni da una pagaiata.D'inverno però è bene imbarcarsi solo se si ha un po' di esperienza, pianificare con cura le escursioni più lunghe ed articolate oltre che essere ben equipaggiati; specialmente quando si esce in solitaria e non si può contare sull'aiuto del gruppo in caso di imprevisti.Anche in pieno inverno - con temperature notturne che scendono ben sotto lo zero - è possibile trovare un ristretto gruppo di folli che affrontano piccoli "trekking nautici". Caricare nei gavoni tenda e viveri per passare due o più giorni completamente immersi nella natura è la quintessenza del kayak escursionistico. Bisogna solo fare i conti con parecchi strati di abbigliamento tecnico, cibo e bevande ridotti a ghiaccioli e le mute stagne che la mattina saranno congelate."

Sono ben consapevole che questa mia piccola raccolta, ottenuta spulciando gli archivi delle foto di escursioni vecchie di un anno o due, sia creata da immagini con delle pecche sia dal punto di vista tecnico che compositivo e comunicativo.
Mentre i soci del Circolo Fotografico di Inverigo partecipano a concorsi ottenendo spesso ottimi risultati io, di fatto, posso solo proporre una selezione di foto ricordo di gite al lago.
Con queste stampe non spero certo di far restare a bocca aperta nessun appassionato di fotografia; il mio obiettivo è quello di catturare per qualche istante lo sguardo di chi passa dal bar nella speranza di fargli pensare "ma che bello deve essere andare in canoa!".

La MiniMostra è stata allestita oggi presso il Bar Cooperativa di Eleonora Colombo, via Luigi Cadorna 6 - Inverigo (CO) e rimarrà visibile per circa un mese.


Link alle pagine del Circolo Fotografico Inverigo:
FLICKR


EDIT giu2018: La minimostra, con qualche piccola modifica grazie agli scatti dell'ultimo inverno, sarà esposta sabato 23 giugno dalle 18.30 alle 24.00 a Cremnago di Inverigo nel contesto della manifestazione "Calici sotto le stelle".
Oltre alle mie foto si potranno vedere anche minimostre di altri soci del Circolo Fotografico Inverigo:
Elio Pozzoli, Giovanni Bartesaghi, Lino Fratter e Pierluigi Pagliardi.

EDIT set2018: Una rielaborazione della minimostra rimarrà esposta per oltre un mese presso la biblioteca del comune di Lurago d'Erba in occasione della rassegna si serate dal titolo "ON THE ROAD 2018" che abbiamo avuto il piacere di aprire giovedì 6 settebre parlando appunto di kayak.

giovedì 2 novembre 2017

Isole, eremo e buona compagnia!


Ieri, approfittando della festività infrasettimanale, ci siamo ritrovati in 11 a Cerro di Laveno per una piacevole giornata in compagnia: pagaiatori di ogni esperienza dai super lupi di mare a chi ha cominciato da relativamente poco. L'idea di questo incontro è stata di Mirella che ha pensato ad un'escursione alla portata di tutti nelle “sue” acque del lago maggiore con obiettivo principale il giro delle Isole Borromee.
Degna di nota, oltre ad un paio di personaggi noti del mondo del kayak da mare, anche la presenza di Gloria che non entrava in canoa dal raduno sull'Iseo di fine Agosto!
Tra le doti di Mirella c'è da ammirarne la capacità di convincimento: un suo messaggio di invito è stato più efficace di decine di miei tentativi di portarla fuori in kayak.

La quota rosa: Mirella, Gloria e Barbara

Cielo sereno, acqua piatta, vento calmo e temperatura mite hanno fatto in modo che la giornata filasse liscia senza nessun tipo di difficoltà.
Da Cerro abbiamo attraversato verso l'isola di San Giovanni che abbiamo circumnavigato interamente prima di raggiungere Isola Madre e girare attorno anche a quella.
Da li dritti sull'isola Superiore su cui siamo sbarcati per il pranzo al sacco e per visitare a piedi il piccolo paesino che ne occupa l'intera superficie. Nonostante sia novembre erano ancora numerosi i turisti che ne affollavano le strette viuzze.
Luciano si avvicina a S. Giovanni
Tornati in acqua e superato il vicinissimo Scoglio della Malghera coi sui alberi colorati d'autunno è stato il turno di ammirare da vicino Isola Bella ed il suo imponente palazzo.

Nonostante le giornate siano ormai corte, nonostante il ritmo di pagaiata sia stato calmo e nonostante l'imbarco sia avvenuto solo in tarda mattinata eravamo stranamente in anticipo sulla tabella di marcia così, al posto di far rotta verso Cerro per concludere l'escursione, abbiamo deciso -spronati da Luciano- di allungare il percorso sulla sponda piemontese fino alla punta a sud di Stresa per poi attraversare sull'Eremo di Santa Caterina del Sasso aggiungendo alla gita un ulteriore importante punto d'interesse.
Gloria ed io avevamo visitato questa struttura, da terra, la scorsa primavera e ci eravamo ripromessi di tornarci in kayak. Da questo punto di vista sembra ancor più forzatamente incastonata sul lago. Avvicinandosi dalla sponda opposta salta subito all'occhio l'anomalia di questo breve tratto di costa: Il panorama è composto da versanti poco ripidi che scendono dolcemente in acqua ma per un breve tratto, in cui è stata edificata S. Caterina, una parete non troppo alta ma perfettamente verticale cola a picco nel lago creando dei giochi di roccia ancor più accentuati dal basso livello d'acqua che abbiamo trovato.

Qualche minuto di contemplazioni ai piedi di questa meraviglia prima di percorrere quel chilometrino o due che ci separavano dal punto d'imbarco. Il GPS ha segnato un percorso effettivo di 19km.
Col sole che calava nonostante fosse solo a metà pomeriggio è arrivato velocemente anche il freddo così, caricata l'attrezzatura in macchina, ci siamo rintanati nel vicino bar. L'organizzatrice della giornata aveva proposto cioccolata calda per tutti ma su questo punto abbiamo dissentito preferendo vino, birra o spritz accompagnato da salatini e patatine; chi proprio voleva scaldarsi ha optato per un punch bollente.

Questa giornata è stata anche l'occasione di togliere dal letargo estivo, forse prematuramente o forse no, le mute stagne. Una specie di prova generale prima che arrivino le vere pagaiate invernali.
Non faccio il cambio dell'armadio sui vestiti normali ma per l'abbigliamento da kayak è d'obbligo.

Dinnanzi all'Eremo di Santa Caterina del Sasso

I complimenti ed i ringraziamenti vanno a Mirella che è riuscita a centrare in pieno un obiettivo davvero importante e che sarebbe bello sia preso da esempio per tutti i raduni più o meno ufficiali:
Organizzare un'escursione che faccia contento il kayaker esperto quanto il fantozziano esordiente totale.
Perchè alla fine di una pagaiata in compagnia non sono importanti i numeri e le statistiche che si leggono sul percorso segnato dal GPS ma le emozioni ed i ricordi che si portano a casa.



Luciano ed i suoi "riti": fare gruppo in kayak ed a terra



La Pocket Canyon a casa

foto Luca Cattaneo Non vedevo l'ora di mettere in acqua la mia nuova Pocket Canyon . Certo, non è stato un primo varo dato che l’avevo g...