lunedì 28 ottobre 2019

Concentrazioneskimokayak 2019



Partecipai a questo raduno -uno dei classici di Sottocosta- soltanto una volta, nel 2016, e devo dire che la ricordo come un'impresa titanica. Anzi, una mezza impresa titanica perchè presi parte solo alla navigazione domenicale saltando a piè pari la più lunga ed impegnativa (a causa del vento) navigazione del sabato; e ricordo perfettamente che arrivai stremato parecchie decine di minuti dopo il grosso del gruppo.

Lazise
Ho quindi deciso per quest'anno, in via del tutto cautelativa, di ripetere l'esperienza solo per il secondo giorno rimandando ulteriormente la pagaiata sulla parte settentrionale del Benaco. Come nel 2016 Gloria è venuta ma non l'ha neanche sfiorata l'idea di portare il kayak.

Il sabato siamo arrivati al campeggio in mattinata ed una volta preso posto nel bungalow ci siamo mischiati tra i turisti tedeschi che ancora riempivano Lazise e Bardolino; abbiamo passato la giornata godendo del tepore passeggiando sul lungolago spostandoci di bar in bar degustando degli Hugo. In pausa pranzo ci siamo mossi verso una frazione tra le colline per un memorabile pranzo in una di quelle trattorie di cui ti segni il nome "nel caso che passi di qui".

La sera, finalmente, ci siamo uniti agli altri canoisti per la cena in compagnia.

Il palo del Vò...eccolo!
L'indomani mattina ci siamo presentati all'imbarco alle 9.30, il briefing di Luciano ha illustrato lo stesso percorso svolto nel 2016 ma in senso contrario.

Dopo l'imbarco ci siamo diretti a Lazise dove abbiamo invaso il porto vecchio e successivamente fatto prua 235° per la ricerca del palo posto in mezzo al lago che segna la famosa secca del Vò.
Una volta conclusa la caccia al tesoro la rotta è stata verso la vicina ed incantevole Punta San Virgilio.
La chiesetta di S. Virgilio
Subito li dietro si trova la baia delle sirene, dove siamo sbarcati per la sosta pranzo sotto agli ulivi.
Come sempre dai gavoni è uscito ogni  ben di Dio, dal classico aperitivo di Luciano fino ai dolci e... dove c'è canoista veneto c'è grappa!
Siamo rientrati con calma, costeggiando le sponde di Garda, Bardolino ed in fine nuovamente Lazise dove siamo tornati stranamente in anticipo rispetto al previsto.
Devo dire che è stato molto più facile di quel che mi aspettavo, probabilmente dal 2016 ad oggi devo essere migliorato di molto quantomeno come pagaiata sulle distanze. Mi sono goduto tutta la navigazione e non mi sono stancato neanche più di quel tanto restando sempre al passo del resto del gruppo. Per questa volta non ero nelle retrovie a fermare il gruppo ma anzi stavo nel mezzo e riuscivo poi a riguadagnare la posizione senza sforzo anche quando mi allontanavo dalla riva per fare qualche foto da lontano col teleobiettivo.
Le condizioni sono state ideali: niente vento, lago piatto, acqua ed aria di temperatura gradevole e traffico a motore decisamente scarso. In tutto eravamo circa una trentina di pagaiatori.

nel porto storico di Lazise


Ultimo atto di questo raduno un'aperitivo in compagnia al ristorante del campeggio che ci ha ospitati e poi i saluti.
Prima di rientrare, per evitare le code in uscita da Gardaland, siamo tornati assieme a Luciano ed ai nostri compagni di bungalow Tania e Giovanni nella trattoria in cui avevamo pranzato il giorno prima e così abbiamo anche affrontato un viaggio di rientro senza code e con la pancia piena!






Link ai post degli anni precedenti:
2016

domenica 6 ottobre 2019

L'Adda da Imbersago.

Il traghetto a mano di Leonardo da Vinci



La prima uscita autunnale ha rispecchiato lo spirito della stagione sotto tutti i
punti di vista. Cielo grigio, vegetazione dai colori smorti e con già qualche foglia rossa, acqua ancora calda ma se al sole si stava bene in maniche corte bastava un  tratto in ombra o qualche bava di vento per ricordare che l'estate è ormai alle spalle facendo venir voglia di indossare la giacca d'acqua.
Mi sono ritrovato questa mattina con Mery, Fabrizia, Oliver e Luca ad Imbersago per una breve escursione lungo l'Adda.
un canale secondario in sponda sx
L'imbarco al traghetto leonardesco è proprio comodo ed anche noto: sia alla partenza che all'arrivo abbiamo trovato altri canoisti intenti ad imbarcasi o sbarcare; siamo entrati in acqua poco dopo le 10:15 e da li siamo risaliti fino oltre Airuno. La corrente c'è ma non ce ne siamo quasi accorti; passavamo agevolmente da una sponda all'altra senza far caso allo scarroccio e non si aveva l'impressione di fare più fatica del solito a portare avanti il kayak. Abbiamo esplorato rami secondari che formavano laghetti ed isolotti e, poco dopo aver fatto dietro-front, siamo sbarcati in un posto comodo per il pranzo al sacco.
Anche per la tratta di ritorno ci siamo dilungati lungo rami secondari ma nonostante tutto alle 15:00 stavamo già caricando kayak ed attrezzatura in auto.

Un'uscita breve, rilassante e spensierata in ottima compagnia su un itinerario che avevo in progetto da anni ma che, con la scusa del "tanto è qui a due passi e posso andarci quando voglio", non avevo mai percorso.


l'inconfondibile ponte di Brivio


La Pocket Canyon a casa

foto Luca Cattaneo Non vedevo l'ora di mettere in acqua la mia nuova Pocket Canyon . Certo, non è stato un primo varo dato che l’avevo g...