domenica 28 agosto 2016

CanoaRaduno Lago d'Iseo

Quando si è in 125 a sbarcare lo sport del kayak somiglia a tetris
Appena tornati dalla due giorni organizzata dall'Associazione Tempo Libero e Sport Iseo.
Un raduno veramente alla portata di tutti dove non ci si sente fuori luogo ad avere un kayak poco performante ed una tecnica da novellino.
La base di tutto è il lido di Sassabanek ed ai partecipanti è consentito pernottare in campeggio pagando solo 50 cent di tassa di soggiorno.
Unica nota negativa è che a causa di un guasto all'auto abbiamo dovuto lasciare a casa i nostri kayak e siamo quindi stati costretti a noleggiare in posto le barche (anche il costo del nolo per le due intere giornate di raduno è praticamente simbolico per i partecipanti).

Al nostro arrivo, ieri mattina, abbiamo avuto tutto il tempo di montare la tenda, preparare l'attrezzatura e pranzare prima che iniziassero le attività previste.
Nel primo pomeriggio ci siamo imbarcati ed attraversato il lago verso Predore, da qui abbiamo costeggiato tutta la parte sud del lago passando per Sarnico e dal cantiere della Riva per poi tornare ad Iseo sempre stando sottocosta. In acqua eravamo in 65.

non vi sono dubbi, questo raduno sportivo nuoce alla linea
Ma è stata sicuramente la serata il vero cuore dell'evento. Una grande,grandissima, festa tra amici. La cena a base di ottimo spiedo bresciano e polenta è stata profusamente bagnata da abbondanti bollicine locali (siamo o non siamo in Franciacorta?). Una volta riempita la pancia ha preso la parola Giovanni De Gennaro che ci ha raccontato la sua esperienza alle olimpiadi di Rio. Anche un gruppo di canoisti appena rientrati dalla discesa del fiume Colorado ci ha portato racconti, foto e video dei loro 15 giorni in kayak nel Grand Canyon.
E' stata fatta anche una piccola lotteria benefica, poi la serata è continuata con enormi vasi di ciliegie e prugne sotto spirito tra le chiacchiere e le risate. E' stata ovviamente una bella occasione per consolidare conoscenze fatte nei raduni precedenti e stringere nuove amicizie. Siamo andati avanti a far baldoria con liquori fatti in casa fino quasi a mezzanotte: degna di nota una scoperta scientifica fatta da un gruppo di veneti i quali sostenevano che “se sull'etichetta c'è scritto 40° e la temperatura è più bassa vuol dire che la bottiglia è da finire altrimenti va a male”. Dopo averli aiutati nel loro intento sono barcollato fino alla tenda dove ho ritrovato Gloria che stava già dormendo.

Questa mattina ci siamo imbarcati alla volta di Monte Isola, che abbiamo raggiunto dopo aver sfilato di fronte al lungolago di Iseo. Impossibile per i turisti ed i residenti presenti non notarci dato che oggi in acqua eravamo ben 125 kayak. Raggiunta l'isola si poteva scegliere tra il giro in kayak delle tre isole oppure una passeggiata al forte ed al santuario in vetta alla montagna. Abbiamo optato per la camminata. Alcuni invece si sono fermati nel punto di sbarco per concedersi un paio d'ore di relax.
Una volta rientrati ad Iseo, decisamente stanchi, c'è stato il pranzo di chiusura dell'evento. Pranzo per modo di dire dato che quando siamo sbarcati erano già le 16 ed era d'obbligo una doccia prima di sedersi al tavolo.

I pochi temerari che hanno guadagnato la vetta di Monte Isola
Il bilancio del week-end è senza dubbio positivo. Il raduno, nonostante le pochissime info che si trovano sul sito, è molto ben organizzato. In acqua c'è sempre almeno una barca appoggio, durante le pause l'organizzazione distribuisce acqua fresca e biscotti. In Kayak gli istruttori sono sempre ben riconoscibili dalla loro maglietta giallo fluo ed anche chi è alle prime armi si sente subito a suo agio. Dopo la pagaiata di sabato, con un piccolo gruppetto, siamo rimasti in acqua di fronte al lido approfittando della pazienza di un istruttore con cui abbiamo fatto parecchie prove di salvataggi assistiti ed anche qualche piccolo esercizio di “avvicinamento” alla manovra dell'eskimo.

Le percorrenze si sono aggirate attorno ai 15km al giorno (calcolo molto spannometrico) ma con i Rainbow Lampo a noleggio sembrava di percorrerne il doppio!




rimasugli di Floating Piers

martedì 23 agosto 2016

Manutenzione pagaia groenlandese

Lo so, solitamente è un'operazione che si fa dopo anni e anni di utilizzo ma il mio talento di far danni è noto ed io, previdente, avevo chiesto a Sergio di Avatak come "mettere le mani" sulla pagaia in caso di necessità.

Eh si, la mia bella Avatak è rimasta segnata da traumi subito al suo battesimo; alla prima uscita a Moneglia con un piccolo incidente in grotta e poi l'uso scellerato che ne ho fatto sul delta del Po sicuramente non le ha giovato.
In particolare il primo evento ha lasciato degli evidenti "morsi" ed il secondo ha avuto un'effetto abrasivo sulla finitura del dorso delle pale con, in alcuni punti, dei pezzi in cui il legno sembrava ingrigito ed opacizzato (segno che la vernice protettiva era del tutto stata rimossa).

Così, per non rischiare che -seppur in piccoli punti- l'acqua arrivasse ad intaccare il legno ho deciso di intervenire in maniera prematura rispetto alle previsioni.


Dopo l'ultima gita al lago di Pusiano ho approfittato del sole di agosto per lasciare qualche giorno la pagaia ad asciugare sul balcone... giusto per esser sicuro che se anche qualche molecola d'acqua è riuscita ad impregnare il legno sia evaporata prima di intervenire.

Ieri ho scartavetrato tutta la superficie con carta vetrata grana 180 ed ho poi rimosso accuratamente tutta la polvere con aria compressa seguita da una passata di panno asciutto.
Disposta poi la pagaia su due cavalletti appoggiandola sulle protezioni in vetroresina ho dato la prima mano di finitura satinata per esterni ed ho atteso fino ad oggi per dare la seconda, ed ultima, mano di vernice.

Ora avrà
qualche giorno di riposo per una completa asciugatura... ma non troppi: sabato si va al raduno sul Sebino e non ho la minima intenzione di lasciarla a casa!

lunedì 1 agosto 2016

...e quindi uscimmo a riveder le stelle!

tramonto sul Lario

Abbiamo visto la luce e l'oscurità, una stella cadente e qualche fuoco d'artificio, le nuvole coi lampi ed il cielo stellato; abbiamo pagaiato e chiacchierato.
Pagaiare sotto le stelle è una splendida esperienza, serata resa ancor più con la bella dalla compagnia di Sottocosta.

preparativi pre-imbarco
Arrivato al camping di Piona nel pomeriggio di sabato ho scaricato il mio kayak un po' preoccupato per il cielo nero, il forte vento e per il fatto che tutti gli altri kayak erano delle lunghe e performanti barche da mare in composito. Sarei stato l'unico tozzo k in polietilene.
A mettermi subito a mio agio è arrivato Giorgio, che ha attirato l'attenzione attorno al suo camper quando ha aperto il frigorifero ed allestito un aperitivo al volo.


Fatta conoscenza con gli altri partecipanti e preparata l'attrezzatura ci siamo persi in chiacchiere fino a quando è venuto il momento del briefing tenuto da Luciano. Purtroppo Giorgio, dopo aver minuziosamente preparato l'attrezzatura ha deciso di non venire perchè il vento non accennava a calare.
Lightstick!
Ci siamo imbarcati verso le 18.30 sotto un cielo ancora completamente coperto e con il vento che non accennava a calare. In acqua eravamo in 11. Dopo aver fatto il giro del laghetto di Piona siamo usciti ed abbiamo pagaiato verso sud. Il sole è tramontato che noi eravamo a Dorio; dopo il piccolo centro abitato siamo sbarcati su una spiaggetta per la cena al sacco e per aspettare che scendesse l'oscurità. Ci siamo ancora persi in chiacchere prima di allestire i kayak con lightstik ed altre lucine.
Nel frattempo le nuvole erano completamente sparite, da nord forti raffiche di vento caldo ci hanno accompagnato per tutta la navigazione.
Ci siamo diretti verso Dervio prima di invertire la rotta per tornare verso il campeggio. Pagaiare sotto le stelle è veramente piacevole. Ci si incanta ad ammirare il cielo stellato, le luci dei paesi rivieraschi, ad immaginare l'effetto delle onde che si intravedono nell'oscurità; ci si lascia cullare dal movimento dell'acqua mentre si cercano le costellazioni o mentre si guardano le luci dei paesi sulla riva opposta.
La costa, dal nostro lato è in questo tratto disabitata e quindi completamente buia; questo ha contribuito molto nel farci apprezzare la volta celeste.
Fortuna che al buio non si vedeva il sorriso da ebete che avevo stampato in faccia.
Sulla via del ritorno abbiamo visto anche una stella cadente, il cielo era magnifico ed in fondo si vedeva il bagliore dei lampi in Valtellina.
Avrei voluto che quella pagaiata non finisse così presto.

Purtroppo per altri impegni non mi sono potuto fermare per la notte in camping e per partecipare alla pagaiata della domenica; così questo bel raduno per me è finito dopo il rientro dalla notturna.

Ringrazio Luciano per l'organizzazione e tutti i partecipanti per la bellissima compagnia.

A quando la prossima notturna?

a Numana per l' SK3

Le due sorelle  La Certificazione Pagaia Azzurra - Sea Kayak di livello 3 era il mio obiettivo per il biennio 2020-21. Il primo freno a ques...