A causa di varie vicissitudini ho saltato a piè pari un'intera stagione; sono passato dal costume da bagno direttamente all'andare in giro in muta stagna a rompere il ghiaccio con la prua del mio kayak. Mi sono perso tutto l'autunno, la stagione forse migliore, quella dove l'acqua è ancora calda ma l'aria gradevolmente fresca; quella in cui la natura ha quei bellissimi colori rossi ed arancioni.
Come prima pagaiata dopo una così lunga pausa ho scelto di rimanere qui ad Oggiono, in questo lago che ho sempre denigrato dato che tra i bacini briantei è quello con meno fascino. Basta considerare il fatto che, nonostante il punto di imbarco sia letteralmente a poche centinaia di metri da casa mia, ci ero stato solo due volte; tra le primissime uscite in kayak quando era difficile raggiungere percorrenze di 10km e non mi fidavo ancora ad affrontare acque più impegnative come quelle del Lario.
Mi sono imbarcato dove c'è la sede dell'Oggiono Kayak Team nel primo pomeriggio ed ho iniziato lentamente il giro in senso antiorario di questo lago costituito da due bacini nettamente separati che comunicano tra di loro grazie ad uno stretto ampio una decina di metri (al netto dei canneti).
Il periplo del bacino maggiore mi ha tenuto impegnato per un paio d'ore sebbene anche con un'andatura turistica ci si possa mettere molto meno. Mi sono soffermato parecchie volte a spiare la vita dell'avifauna locale scrutando tra i canneti secchi o nell'intreccio di rami spogli degli alberi più alti.
Arrivato al passaggio che separa i due bacini l'ho trovato ghiacciato. Sarebbe stato possibile – con un minimo di buona volontà – passare oltre dato che lo spessore non superava il centimetro ma ho deciso di fare dietro front dopo aver giocato qualche minuto a guardare le forme geometriche della lastra di ghiaccio che si crepava e rompeva attorno al mio kayak ad ogni minimo movimento.
Costeggiato l'ultimo tratto di questo bacino, forse il più bello con le maestose ville di Annone ed il successivo bosco noto per ospitare parecchi aironi (in stagione si osservava qui anche una coppia rara di Aironi Rossi) sono rientrato per sbarcare nei pressi del pontile e tornare a casa.
il passaggio che divide i due bacini, qui sul fondo ci sono le rovine di un ponte romano |
Queste acque non saranno mai tra le mie preferite, ma di certo non meritano di essere completamente ignorate. Basterebbe un minimo di impegno da parte dei comuni che lo ospitano per ripulire e dare decoro a quelle alle aree che risultano squallide a causa di sporcizia ed abbandono. Questo lago ha enormi potenzialità dato che la presenza umana sulle coste è minore che a Pusiano e con poca pulizia e rispetto per la natura potrebbe diventare una vera e propria oasi.
Non sono mancati scorci suggestivi, dal carattere un pizzico spettrale:
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