La scorsa settimana c'è stato il SottocostaKayakCamp 2025.
Dopo il “botto” dello scorso anno, con i suoi 170 partecipanti, eravamo ben consci che ritornare ad una versione più classica (più “fatta in casa tra amici”) avrebbe significato raccogliere un numero di adesioni minori. Non è mancata qualche lamentela da parte di qualcuno che avrebbe voluto un “Maratea bis”.
Pochi sanno quanto è costato il Camp di Maratea in termini di tempo dedicatogli dagli organizzatori a partire da ottobre degli anni precedenti. I più attenti invece, dopo aver visionato i bilanci dell’associazione, si saranno accorti di quanto è costato anche in termini economici con grandi esborsi fatti soprattutto sul lato comunicazione.
Il SottocostaKayakCamp 2025 poi è stato in Sardegna, solo da li erano arrivate proposte.
Ed anche questo non ha favorito le partecipazioni, anche se devo dire alla fine che - escluso Maratea- i numeri del Camp si sono sempre assestati tra le 100 e le 120 persone “in continente”, considerando la scelta della Sardegna e della località in costa Smeralda con villaggio a 4 stelle non proprio economicissimo, a mio avviso non ci si può lamentare degli 88 partecipanti.
Dal mio punto di vista devo dire di non aver concluso molto. Vado, per un motivo o per l’altro, sempre più lontano dal vivere il Camp intensamente come nella mia prima partecipazione del 2019. E questo un po’ mi dispiace. Mi dispiace non poter sfruttare tutte quelle possibilità di crescita che solo il Camp mette a disposizione; così come mi dispiace macinare km ed ore di viaggio per navigare poco lasciando gran parte delle coste nel raggio d’azione delle attività da me inesplorate. Ed in più, come ulteriore aggravante, da laghèe quando mi capita di andare al mare vivo con sofferenza ogni minuto che passo fuori dal kayak con lo sconforto tipico delle occasioni sprecate…
Ma sono tornato a casa con soddisfazioni sotto altri punti di vista.
Matteo è andato per la prima volta in kayak!
Il prossimo mese compirà 4 anni ed è ormai un veterano del SottocostaKayakCamp, con già 3 presenze a curriculum. C’era all’Argentario 2021, aveva compiuto 2 mesi di vita il giorno prima della partenza; poi al Gargano 2023… ma non ha mai voluto usare il kayak, sebbene sia abituato ad uscire sul lago in canoa canadese.
Questa volta ha voluto uscire dalla confort-zone dello stare sulla stessa barca (canoa canadese) con papà e provare l’esperienza del kayak da mare.
Diciamo che c’è stato bisogno di girarci attorno un po’. Prima di partire l’ho portato a Vercurago con la scusa di caricare il mio kayak; abbiamo girato un po’ attorno ai kayakkini da bimbo. Alla fine ha chiesto lui di caricarlo.
Anche arrivati in Sardegna, la settimana prima del Camp, sono passati giorni prima che chiedesse di metterlo in acqua. Ma una volta fatto il primo passo è stato tutto in discesa.
Il primo approccio è stato in acqua con mamma e papà in piedi di fianco a riva.
Al secondo tentativo, dopo qualche giorno, abbiamo osato decisamente di più: il giro della baia con la marina di Isuledda. Sicuramente a molto è anche servito vedere i figli di Giovanni pagaiare con disinvoltura. A rimorchio siamo arrivati alla punta con gli scogli che delimitano la baia, e ci siamo avvicinati a curiosare tra gli scafi di alcune barche a vela ancorate in rada.
Sono arrivati anche alcuni treni di onde causate dal passaggio di barconi turistici, Matteo non ha mostrato il minimo disagio. Tornato in spiaggia ha raccontato il tutto alla mamma con la tipica esagerazione dei vecchi lupi di mare, così quelle ondine sono diventate addirittura GIGANTESCHE!!!
Sono riuscito a fare anche un bel video come ricordo:
Venerdì, ultimo giorno, grande navigazione. Sempre a rimorchio siamo partiti in direzione Cannigione, usciti dalla baia lunga traversata di 300m per raggiungere l’isolotto dei fichi d’india. Ci siamo anche fermati per lasciar passare un battello carico di turisti; agli occhi di Matteo, piccolo nel suo minuscolo kayak da mare, sembrava una grande nave. Raggiunta l’isola ci siamo zatterati lateralmente ed - in silenzio (per quanto possibile con un bimbo euforico)- ne abbiamo effettuato il periplo. Abbiamo ammirato i pulli dei gabbiani intenti nelle prime prove di volo e visto la famosa scultura moderna dedicata a San Giovanni Battista (patrono di Cannigione), scivolando su un’aacqua trasparente che lasciava vedere nel basso fondo dei bellissimi prati di posidonia.
Vista la situazione di assoluta tranquillità e la positività di Matteo, per il rientro sulla costa abbiamo fatto una traversata meno diretta, puntando la spiaggia di La Conia per goderci anche il pezzettino di scogliera che la separava dalla nostra baietta.Alla fine abbiamo percorso ben 1 miglio nautico. Sembrerà una navigazione banale… ma è stata la più impegnativa ed emozionante spedizione che abbia mai guidato (e pagaiato)!
Rientrati in spiaggia anche Federico ha provato a sedersi nel pozzetto con il kayak in acqua. E' rimasto un po' perplesso... ma tendenzialmente se vede Matteo fare qualcosa, lui lo deve imitare.
Per il resto durante il camp ho preso parte ad una bella uscita di gruppo, con tutti i partecipanti, al primo giorno. Abbiamo deciso di aprire così questa edizione, in maniera un po’ anomala. Le ragioni sono spiegate nel blog del primo giorno.
Nel secondo e terzo giorno ho assistito alcuni istruttori in uscite didattiche di mezza giornata, nelle acque riparate del golfo di Cannigione.
Ho preso parte solo ad una vera navigazione: verso Capo d’Orso, poi la Maddalena ed infine risalendo il versante nord di Caprera fino a cala Napoletana. Nel viaggio di rientro sono andato fuori di testa nell’attraversare i giardini di roccia tra Cala Garibaldi ed il ponte. Un ambiente davvero incredibile, accessibile solo in canoa. Il mare diventa una piscina con il fondo bianco da cui escono delle conformazioni di granito rosa che talvolta sembrano piante preistoriche, talvolta animali, talvolta giganteschi mostri marini pietrificati.
In realtà avrei voluto andare con Felice ai Monaci, sono partito da casa convinto di andarci. Al CK90 ne avevamo già parlato e studiato la carta nautica. Sarebbero state 21nm, io però non ero in vena di fare così tanta strada, mi sento fuori allenamento a causa del fatto che nell’ultimo anno per me avere la pagaia in mano è purtroppo evento raro. Questa navigazione a Cala Garibaldi, guidata da Attila e Gaudenzio sarebbe stata attorno alle 16nm. E me le sono godute tutte senza troppa fatica.Il Camp si è concluso con la consueta cena accompagnata dalla classica malinconia che si sperimenta quando qualcosa di molto bello finisce. Il camp è sempre un’occasione speciale, anche solo per potersi incontrare con tanti amici sparsi per tutta Italia con cui si ha raramente possibilità di incontrarsi di persona. Sono felice di aver pagaiato con Gaudenzio, Attila, Giovanni, Alex, di aver trovato in acqua Yannick… mi dispiace davvero di non aver potuto seguire Pietro nella sua missione dedicata a Pagaia Azzurra e nella sua tradizionale navigazione all’alba. Speriamo, in un futuro non troppo lontano, di poter recuperare.
Link ai post degli anni precedenti:
-Sottocosta Kayak Camp 2024 - Maratea
-Sottocosta Kayak Camp 2023 - Gargano