martedì 23 agosto 2016

Manutenzione pagaia groenlandese

Lo so, solitamente è un'operazione che si fa dopo anni e anni di utilizzo ma il mio talento di far danni è noto ed io, previdente, avevo chiesto a Sergio di Avatak come "mettere le mani" sulla pagaia in caso di necessità.

Eh si, la mia bella Avatak è rimasta segnata da traumi subito al suo battesimo; alla prima uscita a Moneglia con un piccolo incidente in grotta e poi l'uso scellerato che ne ho fatto sul delta del Po sicuramente non le ha giovato.
In particolare il primo evento ha lasciato degli evidenti "morsi" ed il secondo ha avuto un'effetto abrasivo sulla finitura del dorso delle pale con, in alcuni punti, dei pezzi in cui il legno sembrava ingrigito ed opacizzato (segno che la vernice protettiva era del tutto stata rimossa).

Così, per non rischiare che -seppur in piccoli punti- l'acqua arrivasse ad intaccare il legno ho deciso di intervenire in maniera prematura rispetto alle previsioni.


Dopo l'ultima gita al lago di Pusiano ho approfittato del sole di agosto per lasciare qualche giorno la pagaia ad asciugare sul balcone... giusto per esser sicuro che se anche qualche molecola d'acqua è riuscita ad impregnare il legno sia evaporata prima di intervenire.

Ieri ho scartavetrato tutta la superficie con carta vetrata grana 180 ed ho poi rimosso accuratamente tutta la polvere con aria compressa seguita da una passata di panno asciutto.
Disposta poi la pagaia su due cavalletti appoggiandola sulle protezioni in vetroresina ho dato la prima mano di finitura satinata per esterni ed ho atteso fino ad oggi per dare la seconda, ed ultima, mano di vernice.

Ora avrà
qualche giorno di riposo per una completa asciugatura... ma non troppi: sabato si va al raduno sul Sebino e non ho la minima intenzione di lasciarla a casa!

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