Il quarto anno -finalmente- è stato quello buono!
No, non sto parlando di pagaiate o condizioni meteo ma di un particolare momento di questo raduno che ci ha sempre messo in forte difficoltà e che abbiamo, nei tre anni precedenti, risolto con soluzioni improvvisate ed a volte dai risvolti tragicomici: il momento di rientrare al campeggio dopo la festa al lido del sabato sera.
Campeggio e lido sono separati da un canale navigabile che di fatto rende quest’ultimo un isolotto. Le due parti sono unite da un ponticello raggiungibile attraversando un cancelletto di fianco alle piscine che alle ore 20.00 viene chiuso per motivi di sicurezza.
Sin dal primo anno ci è stato detto che per i partecipanti alla festa viene lasciato aperto un passaggio secondario, solitamente riservato al personale, che attraversa i campi da tennis e le tribune. Purtroppo però tra il buio ed il tasso alcolemico che si raggiunge durante questa cena a base di sangria, spiedo bresciano, polenta, birra a fiumi ed immancabile bollicina finale in formula all-you-can drink finiva sempre che ci si perdeva tra le sdraio e la zona palestra scavalcando goffamente cancelli e cancelletti senza aver ben chiaro che direzione stavamo prendendo. Solo dello scorso anno non ho ricordi di questo momento, probabilmente a causa dei travagliati eventi che abbiamo subito tra il venerdì ed il sabato.
Abbiamo raccontato ad alcuni amici a tavola delle nostre imprese da ninja dei poveri per arrivare in tenda ed una canoista indigena, mossa a compassione, si è gentilmente offerta di accompagnarci.
Non si poteva sperare in una soluzione migliore a questo piccolo dramma; rientrato dalla navigazione del sabato ho anche avuto la mezza idea di “parcheggiare” i kayak in una posizione tattica per poter attraversare il canale via acqua senza doversi inventare percorsi alla Takeshi's Castle per poter andare a dormire.
Sono oggi abbastanza sicuro di riuscire il prossimo anno a compiere quelle poche decine di metri in piena autonomia e senza incidenti.
A livello canoistico di questa edizione si può dire che sia stata segnata dal tempo incerto. Previsioni meteo scarsamente affidabili facevano sperare in condizioni discrete per il pomeriggio del primo giorno ed in graduale peggioramento dalla tarda mattinata di domenica.
Al contrario siamo arrivati ad Iseo poco prima delle 11 di sabato mattina ed era evidente che ci sarebbero stati temporali. Il forte vento non ha mollato un minuto fino alla tarda mattinata del giorno successivo, il radar meteo segnava precipitazioni a macchia di leopado un po’ su tutta la regione, tuoni in lontananza e se si girava lo sguardo verso Sarnico (teoricamente la meta del giorno) il cielo era di un minaccioso colore plumbeo. In compenso l’acqua era molto calda, cosa che hanno gradito i non pochi che si sono ribaltati.
Gloria è rimasta a terra, argomentando la sua decisione con l’osservazione delle onde che creavano parecchie “ochette” e constatando la presenza in acqua solo di qualche vela e kitesurf.
Già, gli influssi positivi del Camp sono ormai solo un ricordo.
Degli oltre 100 iscritti siamo scesi in acqua in una trentina al massimo, qualcuno alle prime armi si è ribaltato all’imbarco o poco dopo ed ha saggiamente desistito. La navigazione è stata breve ma movimentata tra le raffiche di vento (dai dati raccolti dalla stazione meteo alla partenza si parlava di 28kts), le onde e la pioggia.
nel porto di Clusane |
Tra i presenti “freschi di corso” per molti è stata la prima esperienza con il vento ed è stata in effetti un’ottima occasione per confrontarsi con questo fenomeno e capire quanto possa mettere in difficoltà -ovviamente in piena sicurezza- su un percorso breve dove si poteva sbarcare ovunque, con un gruppo relativamente numeroso ma con un buon numero di istruttori e ben due barche appoggio.
Per la domenica ci siamo presentati al briefing poco dopo le 10.00 con ancora un residuo di vento, lago tranquillo, cielo limpido e previsioni molto molto rassicuranti. Poco dopo l’imbarco, come annunciato, il tutto si è trasformato in calma piatta. Se avremmo avuto noie sarebbe stato certamente a causa del caldo.
Solito percorso lungo la sponda di Iseo, traversata su Monte Isola, Peschiera Maraglio ed in senso antiorario fino alla spiaggia di Menzino. Li si poteva decidere tra il giro delle tre isole in kayak o la camminata a piedi fino al Santuario posto in cima al monte. L’accordo era chiaro: in caso di bel tempo si cammina; in caso di brutto si pagaia (tanto, bagnati per bagnati).
Così ci siamo fatti la nostra bella scarpinata tra i sentieri e le strade in salita di Monte Isola dove l’afa ci ha parecchio rallentati. La vista dalla cima comunque ripaga delle fatiche specie se si ha anche un’insolita prospettiva dall’alto del folto gruppo di oltre 40 kayaker impegnati a terminare il periplo del piccolo arcipelago.
Una volta rientrati si è concluso il raduno con il “pranzo” finale e relativa lotteria e saluti.
su le pagaie per i saluti a Peschiera |
Il progetto prevede la presenza di ausili anche nelle sedi dei canoa club di Sarnico (Kayak Sarnico) e Pisogne (ASD il Canneto) così che un canoista con handicap possa avere vari punti di riferimento e creare un percorso a tappe per fare anche il periplo completo del lago in più tappe avendo un appoggio logistico adatto alle sue esigenze.
Grazie ad una raccolta fondi portata avanti su facebook nei mesi scorsi sono state acquistate 3 particolari sedie a rotelle adatte ad entrare in acqua e permettono al canoista di fare una doccia, utilizzare gli spogliatoi e gestire i piccoli spostamenti nella zona imbarco. Queste carrozzine sono state consegnate ai presidenti delle tre associazioni come fossero una “prima pietra” per rendere le rispettive basi nautiche accessibili già dalla prossima stagione.
Link ai post degli anni precedenti:
2018
2017
2016
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