domenica 3 gennaio 2016

Lago di Mezzola






Il lago di Novate Mezzola è una delle mete invenali più apprezzate dai kayaker lombardi.
Alla partenza questa mattina c'era poco più di 1 grado ed il paesaggio era imbiancato da una spolverata di neve caduta nella notte. Imbarco a Dascio, rotta nord costeggiando le ripide pareti della sponda ovest. Il lato opposto è ancora avvolto in una fitta nebbia. Da subito il panorama fa capire perchè l'inverno vengono tutti a pagaiare qui. Oggi io e Gloria siamo gli unici in acqua: nessuna canoa, nessuna barchetta, neanche un pescatore.
Risalendo sottocosta è ben visibile il segno lasciato dal normale livello dell'acqua. La siccità degli ultimi mesi fa emergere piccole spiaggette e sassi che solitamente sono più di un metro sott'acqua. La prima, rapida, sosta ai piedi di una lunga cascata per una tazza di thè caldo poi si prosegue sino alla foce del fiume Mera che viene risalito per qualche centinaio di metri fino a raggiungere la chiesetta romana di San Fedelino: Questa è una tappa obbligatoria sia per chi viene dal lago sia per chi passeggia tra i boschi. Sul fiume è d'obbligo pagaiare "basso" tenendo le pale il più orizzontali possibile dato che le scarse piogge oltre che aver ridotto, e di molto, la larghezza del fiume hanno minimizzato anche la profondità che spesso non supera i 30 cm. Di fronte alla chiesetta sbarchiamo su una vasta spiaggia coperta di neve, piatta e solitamente sommersa su cui ci si ferma per pranzo.
Ripartiamo costeggiando questa volta la sponda est, meno spettacolare rispetto a quella opposta e decisamente più antropizzata. Superiamo il letto del torrente Codera (ridotto ad un rigagnolo) e raggiungiamo il centro abitato di Verceia. Improvvisamente veniamo sorpresi da un forte vento che crea fastidiose onde molto ravvicinate, situazione che ci fa sentire la mancanza del timone; un a miglioria da apportare al più presto. Decidiamo di abbandonare il tour sottocosta e puntiamo dritti la strettoia creata dal Pian di Spagna per accelerare il rientro all'imbarco.
Abbiamo percorso circa 11,5 km con estrema calma, soffermandoci in continuo a contemplare le rocce a strapiombo nell'acqua, le piante che sembrano sporgersi sui precipizi  ed i monti innevati in una pace quasi irreale; un continuo susseguirsi di pareti, boschi ed insenature che non ci si stanca mai di ammirare. Un piccolo angolo di paradiso a due passi da casa. La classica situazione in cui la sera, riguardando le decine di foto scattate, noti che quelle immagini pur belle non potranno mai rappresentare a pieno l'emozione di  ritrovarsi in certi posti meravigliosi. Di sicuro ci ritorneremo!
prima sosta: dove batte il sole e non c'è più neve
una delle spettacolari pareti della sponda ovest
Pausa pranzo a San Fedelino

rientro veloce






La Pocket Canyon a casa

foto Luca Cattaneo Non vedevo l'ora di mettere in acqua la mia nuova Pocket Canyon . Certo, non è stato un primo varo dato che l’avevo g...