Il cimento invernale è uno dei tanti appuntamenti fissi del calendario di Sottocosta; giunto quest'anno alla ventesima edizione raccoglie kayaker provenienti da mezza Italia durante il fine settimana successivo ai "giorni della merla" (tradizionalmente i più freddi dell'anno). Meta di questo raduno è il punto più freddo del più freddo tra i grandi laghi del nord Italia: la parte settentrionale del Lario ovvero il lago di Novate Mezzola. Praticamente questo raduno vuole essere un inno alle basse temperature!
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Gloria si avvicina al ponte sul Mera |
Gloria ed io eravamo alla prima esperienza di Cimento dato che, sebbene si svolga due passi da casa in un luogo che conosciamo molto bene, non ci eravamo mai sentiti all'altezza degli abili pagaiatori che frequentano questi eventi. Quest'anno dopo un paio di rassicurazioni da parte di Luciano abbiamo deciso di prenderne parte.
Per commemorare il traguardo dei 20 anni di questo raduno (che è l'evento più a Nord in Italia per gli appassionati di kayak da mare) ad ogni partecipante è stato dato un adesivo commemorativo da applicare sulla barca che ha preso parte a questa storica edizione; edizione che ha avuto come valore aggiunto non indifferente la presenza nelle mani di Luciano -storico organizzatore affiancato da Felice del CK90- della chiave del tempietto di San Fedelino. Avremmo avuto quindi il raro privilegio di poterlo vedere dall'interno.
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allontanandosi dal Pian di Spagna |
Il ritrovo è stato per le ore 9.00 al porto di Gera Lario; imbarcati in tarda mattinata dopo i discorsi celebrativi, le foto di rito e l'indispensabile briefing. In acqua eravamo in 48, tutti su kayak singoli e ben dotati per affrontare il freddo gelido dell'alto lago in pieno inverno. In realtà la temperatura è stata mite, con un bel sole che ci teneva al caldo ed assenza di vento, un clima ben diverso da
quello trovato circa un mesetto prima. Abbiamo risalito il Mera ed una volta entrati nel lago di Mezzola abbiamo puntato l'abitato di Verceia tenendoci a debita distanza dal Pian di Spagna dato che un gruppo così folto di canoe potrebbe infastidire i volatili che qui vengono a svernare.
Continuata la circumnavigazione del lago abbiamo passato la foce del Mera superiore per raggiungere la grande spiaggia di sabbia che emerge con l'acqua bassa a nord-ovest del bacino. Qui siamo sbarcati e tramite un sentiero in pochi passi abbiamo raggiunto il tempietto che Luciano ha prontamente aperto per permetterci la visita.
Tornati sulla spiaggia per il pranzo al sacco come ogni volta in pochi minuti sono andati a farsi benedire i buoni propositi di stare leggero per non essere poi penalizzati sulla pagaiata di ritorno. Gloria ed io abbiamo portato prosecco ed una torta fatta in casa mele e cannella ma anche gli altri non sono stati da meno; così tra l'immancabile salatino di Luciano, torte salate, salami, vino, panini, torte dolci, cioccolatini, panettone, la grappa di Luciano ed il Braulio di Felice è finita che alle 2 del pomeriggio avrei desiderato sdraiarmi in spiaggia a fare un pisolino piuttosto che rientrare in kayak per altri 10 km di pagaiata.
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Sbarco a perdita d'occhio |
Il viaggio di ritorno è stato caratterizzato da un leggero vento da sud, vento che prende il nome di Mentiva di Gravedona (scorre sull'alto lago con lo stesso verso circa della Breva) è sempre presente al pomeriggio specie dopo una giornata di bel tempo per cui non si può dire sia giunto inaspettato, fortunatamente non ha infastidito troppo. Solo dall'ultimissimo tratto di Mera fino all'arrivo a Gera sia per il vento che per il sole che ormai calava e perdeva di efficacia abbiamo sofferto un po' il freddo; ma ormai eravamo prossimi all'arrivo per cui non avrebbe avuto senso sbarcare per aggiungere uno strato sotto la muta.
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problemi femminili: smalto rovinato dai guati in neoprene |
Senza dubbio un'esperienza positiva, siamo stati fortunati a poter prendere parte per la prima volta proprio a questa particolare edizione resa unica sia da un meteo favorevole, sia dalla ricorrenza del 20° anno, sia dalla straordinaria apertura del tempietto di S.Fedelino.
Abbiamo percorso in tutto esattamente 20 km (poco meno di 11nm) ed avuto modo di incontrare nuovamente tanti altri appassionati di kayak da mare.
Prima di salutarci abbiamo raccolto qualche euro da consegnare, assieme alla chiave, a chi si occupa della gestione e del restauro di questa chiesetta con più di 1000 anni.
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All'interno del tempietto di S. Fedelino |
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Luciano, per un giorno custode della chiave |
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nuova moda: aperitivo in muta stagna |
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Anche i più forti hanno bisogno di riposo |
Anche a me è piaciuto tantissimo, ottima la tua compagnia e bella e simpatica la tua compagna, grazie per il prosecco.
RispondiEliminaLino Laghée