Ogni volta che si esce in canoa con qualche amico ci si saluta sempre ipotizzando future pagaiate assieme. Progetti che poi, la maggior parte delle volte, non si realizzano.Quando sono andato a Lodi per la discesa fino a Pizzighettone avevo detto che bisognava assolutamente reincontrarsi per fare il tratto Olginate - Imbersago.
E più o meno ce l'abbiamo fatta. Nel senso che domenica non tutti sono venuti, solo Simona e Nicola hanno partecipato questa volta. Però in più si sono aggiunti Gloria e Felice.
Organizzazione semplice: si parte dalla sede del CK90, presterò una canoa agli ospiti così da semplificare le operazioni di recupero. Ci è bastato portare un auto col carrello allo sbarco facendoci dare un passaggio dai Lodigiani che, più o meno, già passavano di lì per venire a Vercurago.
Gli equipaggi erano così suddivisi:
-Felice in solo sulla sua NovaCraft Prospector 15;
-Simona e Nicola sulla nostra Esquif Pocket Canyon;
-Gloria ed io sulla nostra Swift Temagami.
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attraversando il lago di Garlate |
Un po' di vento ci ha infastiditi durante la traversata del lago di Garlate fino alla spiaggia di Gueglia. Il trasbordo è stato rapido ed efficiente grazie a due carrelli.
Io con la Swift però mi sono rifiutato di usare certi accessori: si fa il portage alla maniera tradizionale; almeno un minimo di etichetta!
Abbiamo scelto di imbarcarci subito a valle della diga, prima del ponte, nonostante le velate proteste di Gloria che avrebbe preferito allungare un pochino il trasbordo per evitare il tratto di acqua più agitata.
Passato anche il lago di Olginate e la rapidella del Lavello abbiamo cominciato ad esplorare i vari specchi d’acqua che si aprono in sponda sinistra. Siamo riusciti a percorrere il canale della Rogiolada, a Monte Marenzo. Reputo questa una fortuna dato che è quasi sempre ostruito da rami o alberi caduti.
Qui ho avuto una mitica esperienza. Molti vanno in ferie alle Maldive per fare il bagno con gli squali o coi delfini.
Mi sono messo in piedi per fare una foto dall’alto alle altre canoe che imboccavano il canale; ho perso l’equilibrio e sono caduto fuori. Proprio lì di fianco una nutria, evidentemente infastidita dal gran baccano che ho fatto, si è messa in acqua per nuotare via verso un posto più tranquillo.
Quanti di voi possono raccontare di aver fatto il bagno con la nutria?
Immancabile anche l’ingresso nelle “stoppate” di Brivio. Il paesaggio era ancora spoglio e l’Adda ci mostrava il suo vestito invernale… però in queste zone paludose di acqua bassa già si vedevano sul fondo i germogli delle ninfee che tra poche settimane copriranno quasi l’intera superficie di questi piccoli bacini creando, tra i loro intricati fusti, la nursery naturale per i pesci del fiume nel loro periodo riproduttivo.Pausa pranzo a Brivio, dove ho avuto modo di raccontare due aneddoti sulla storia di questa zona cercando di far credere agli ospiti che sono un esperto del luogo. Poi però è arrivato Damiano a fare un saluto, e si è messo a raccontare dei decreti del Ducato di Milano, degli interventi di bonifica dello scorso secolo e poi a discutere con Felice dell’avifauna chiamando le varie specie per nome e cognome (provate, con uno di loro due, a dire “guarda, una paperella!”). E così si è chiusa prematuramente la mia carriera da cicerone fluviale.
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Brivio |
Per la ripartenza ci siamo scambiati le canoe. Simona e Nicola hanno preso la Swift mentre Gloria ed io la Esquif. Era la prima volta che Gloria saliva sulla Pocket Canyon. Dal centro di Brivio all' isola la strada è poca, forse 200m, ma a Gloria è bastato per esprimere il suo giudizio: “questa canoa fa schifo, va dove vuole. Perché hai comprato una roba del genere? Avevamo già l’altra che va così bene. Non si può metterle un timone?”.
Ho saggiamente deciso di non controbattere troppo tentando di spiegare i pregi di quella canoa che mi piace definire “una trottolina”.
Sfrutterò questa sua convinzione quando sarà il momento di acquistare un'altra canadese, qualcosa con un comportamento simile alla Temagami ma di dimensioni minori. La scusa sarà che i bimbi cresceranno e vorranno una barchetta tutta loro.
E non si può mica dargli quella roba lì che va dove vuole. Poverini!
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dentro le stoppate |
Il passaggio attraverso il canale interno all’area del Toffo era in dubbio. Il livello era ideale ma forse l’uscita a valle, sotto al ponte della ciclopedonale, era ostruita da ramaglie. Allora siamo scesi lungo l’asta principale del fiume ad ispezionare il passaggio, che si è rivelato essere perfettamente pulito, così l’abbiamo percorso in risalita sbucando nuovamente a monte.
Non siamo riusciti invece ad entrare nel laghetto segreto che si trova all’interno di un isolotto. Peccato, perchè avevo parlato ai lodigiani del fatto che sul nostro tratto di Adda c’è addirittura un atollo!
Sarebbe stata anche l’ultima divagazione in quanto, da qui ad Imbersago, anche se si è quasi arrivati, diventa tutto monotono.
Siamo sbarcati mentre il traghetto leonardesco stava attraversando.
La giornata si è poi conclusa con i consueti progetti - o sogni - futuri.
Progetti che forse non realizzeremo… ma la speranza resta aggrappata a quel forse.
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