A Natale Gloria mi aveva regalato un
lungo fine settimana per il ponte del 2 giugno all'Agriturismo Monte
Argentario. Nonostante i sei mesi a disposizione in cui ho trovato la
mappa e raccolto informazioni su internet siamo partiti venerdì
scorso senza avere un'idea precisa sul da farsi: io ero intenzionato
a fare il giro completo tra Porto Santo Stefano e Porto Ercole in
giornata mentre Gloria su questa cosa aveva fin da subito posto il
veto sperando di trovare un punto buono per spezzare la navigazione
in due oppure di rinunciare al giro completo ed effettuare due uscite
da circa 15km l'una facendo andata e ritorno dai due porti in due
giornate distinte sacrificando ovviamente l'esplorazione di una buona
fetta di costa.
Partiamo alle 4 di venerdì mattina ma
il traffico ci ferma a meno di 10km da casa: tra altri che hanno
avuto la nostra stessa idea di partenza “intelligente” e le
macchinate che tornano dalle discoteche perdiamo mezz'ora buona causa
incidente a Lissone.
l'uscita di una grotta |
Arriviamo all'agriturismo in tarda
mattinata, scarichiamo li kayak e raccogliamo ulteriori informazioni
su parcheggi e spazi direttamente dai proprietari dopodiché torniamo
in auto per percorrere il periplo del promontorio lungo la bellissima
strada panoramica che raggiunge anche quote ragguardevoli in un breve
ma divertente tratto sterrato. Il giro ci consente anche di
verificare i punti di imbarco, sbarco e cercare eventuali punti di
uscita intermedi confermando il fatto che nel tratto più esposto le
cale principali sono raggiungibili dalla strada solo tramite sentieri
scoscesi che renderebbero impossibile recuperare i kayak. Nel caso in
cui ci si dovesse ritrovare nelle condizioni di non riuscire a
raggiungere nessuno dei due porti sarebbe stato necessario
abbandonare l'attrezzatura in spiaggia, raggiungere la strada e
chiamare un taxi per poi il giorno dopo tornare e completare il giro.
Un buon punto per fare questo discorso è Cala Mar Morto dove si può
trovare un posto per tentare di nascondere i kayak (o renderli
quantomeno poco visibili).
Imbarco a Porto Santo Stefano - Lungomare Navigatori |
Il punto di imbarco era deciso: a Porto
Santo Stefano si entra verso l'imbarco per i traghetti e si prosegue
nella via oltre la Guardia Costiera fino a raggiungere la sede della
Misericordia; li inizia una ZTL ma c'è spazio per accostare il tempo
che serve per scaricare l'attrezzatura. C'è una spiaggetta con un
moletto in costruzione che scende comoda in acqua ed essendo qualche
decina di metri oltre l'imboccatura del porto non si ha neanche il
pensiero di dover attraversare le rotte di uscita di yacht e
traghetti. Volendo parcheggiare sulle strisce blu il costo è
esorbitante (2,5 €/ora) per cui conviene trovare un parcheggio a
giornata che offrono servizio di rimessaggio dalle 7 alle 20 per 10€.
La sera cena in agriturismo a base di
carne della maremma durante la quale siamo giunti ad un accordo
riguardo alle intenzioni sul fare il giro completo o meno. Se
a mezzogiorno non fossimo stati di fronte ad Isola Rossa saremmo
tornati in dietro... altrimenti avanti tutta!
Andiamo a letto
stanchi dopo aver dato l'ennesimo sguardo al meteo.
L'indomani alle 7 siamo a Porto Santo Stefano. Giusto il tempo di scaricare la macchina, portarla al parcheggio e tornare a piedi attraversando tutto il porto. Sistemiamo il materiale nei gavoni e ci imbarchiamo alle 7,23 in un mare piatto che pare di essere sul Lago di Pusiano.
Anche il traghetto diretto al Giglio ci sfila di fianco a qualche centinaio di metri senza riuscire a muovere l'acqua.
Ho lasciato la carta nautica a Gloria dato che sul mio ponte anteriore tra pagaia di scorta e valigia stagna con la macchina fotografica non c'era più spazio. Si è rivelata un ottimo navigatore dato che ha costantemente tenuto il punto della situazione di caletta in caletta e sfruttando anche i punti di riferimento sula terra ferma. Anche durante le pause si studiava la mappa facendo il punto della situazione e ripianificando di volta in volta le tappe successive.
Prima di Punta Lividonia |
Dalle parti di Cala Grande |
L'Argentarola oltre Punta Cala Grande |
In circa 20 minuti siamo a Punta Lividonia che, con il suo faro, è il punto più a nord dell'Argentario.
Ci affacciamo così
sul lato più esposto, dove ci avevano detto esser più probabile
trovare venti e correnti fastidiose ma il mare resta incredibilmente
piatto. In zona Cacciarella/Cala del Pane mi infilo in una grotta e
mi fermo qualche attimo a guardare i giochi di trasparenze
sull'acqua; pochi minuti dopo entriamo in Cala Grande. Nonostante sia
un fine-settimana con ponte ed il meteo sia ottimo non ci sono per
ora altre barche e l'acqua non frange sugli scogli regalandoci un
silenzio irreale spezzato solo dal rumore delle pagaie che
ripetutamente entrano in acqua.
Gloria controlla la mappa di fronte all'Argentarola |
Superata la punta
di Cala Grande (su cui svetta una delle tante torri) siamo in vista
dell'isolotto dell'Argentarola. Faccio qualche foto mentre Gloria
consulta la mappa: grazie a questo inequivocabile punto di
riferimento è felice di constatare che ci trovavamo esattamente
dove aveva stimato. È passata poco meno di un'ora e mezza dalla
partenza per cui siamo in anticipo sulla tabella di marcia.
Anche se il mare è
piatto e -grazie all'orario- la temperatura ancora mite non ci
addentriamo in ogni caletta ma spesso tagliamo. Abbiamo sempre il
timore di ritrovarci questo pomeriggio nella situazione in cui non si
riesce né a concludere il giro né a tornare in dietro. Oltretutto
le previsioni meteo, ricontrollate anche prima di uscire dalla
stanza, indicavano chiaramente che questa calma piatta non sarebbe
stata infinita: dopo mezzogiorno si sarebbe alzato il vento e poco
dopo anche il mare avrebbe cominciato ad esser più movimentato.
Vista la nostra poca esperienza in mare preferiamo sacrificare
l'esplorazione profonda di tutte le calette e risparmiare energie.
Gloria studia la mappa |
Prima pausa |
La prima sosta la
facciamo alle 10,20 in una spiaggetta appartata sotto Torre
Maddalena. Abbiamo già avvistato, a meno di 2nm, Isola Rossa: il
punto di non ritorno. Siamo ormai tutti e due convinti che tornare in
dietro non ne valga la pena.
Ci riposiamo,
guardiamo la mappa, mangiamo qualcosa ed una volta pronti ci
reimbarchiamo ormai entrambi convinti a raggiungere Porto Ercole.
Sfiliamo tra
stretti passaggi di rocce affioranti che separano la costa
dall'isoletta e, dopo la spiaggia delle Cannelle, sbarco su un masso
in mezzo al mare per fare qualche foto. Gloria prosegue spedita dato
che da quando ci siamo fermati il vento comincia a farsi sentire ed
il mare comincia ad essere un pochino mosso. L'onda naturale è poca
roba ma il traffico di lussuosi yacht, motoscafi e motonavi cariche
di turisti fanno si che siamo spesso colpiti da brevi ma frequenti
serie di onde alte e ravvicinate. Gloria, che ha dimenticato le
pastiglie per il mal di mare e ricorda ancora la brutta esperienza di
Sestri, non apprezza questo saliscendi e comincia ad essere meno
rilassata ma pagaia spedita verso Punta di Torre Ciana all'estremo
sud del promontorio dell'Argentario.
All'inizio di Cala
Piazzoni individuiamo una piccola ma incantevole spiaggetta
incastonata alla base di una parete di diverse decine di metri che si
butta a strapiombo nel mare. Assicuriamo i kayak sul bagnasciuga e ci
sistemiamo comodi con viveri e succo di frutta su una lingua di
roccia che si incunea perpendicolare rispetto alla spiaggia nel mare.
Evitiamo accuratamente di sostare sotto la parete di roccia per paura
di vederci cadere sassi in testa. In questa pausa, forse la più
lunga, ci concediamo un bagno rinfrescante... la temperatura è
salita parecchio nell'ultima ora e l'afa inizia ad infastidire.
Gloria continua a studiare la cartina, siamo a circa 2/3 del
percorso.
Girar tra gli scogli oltre Isola Rossa |
Sempre intenta a studiare la mappa |
La spiaggietta della seconda sosta |
Ripartiti
costeggiamo l'interno del golfo di Cala Piazzoni sfilando tra le
grosse barche ancorate. Come spesso accade da motoscafi e yacht
veniamo ignorati mentre i velisti fanno un cenno di saluto.
Doppiata Punta
Avoltore siamo in vista de l'Isolotto: chiaro segno che la meta è
vicina. Siamo stanchi, fa caldo e le onde hanno già da un pezzo
tolto il sorriso dalle labbra di Gloria.
E' il tratto delle
grotte... mi infilo una attimo nella grotta azzurra ad ammirare il
blu intenso che ha l'acqua li dentro e poi faccio uno sprint per
raggiungere la mia compagna di viaggio che non ne vuole sapere di
fermarsi tra le onde.
Arriviamo di fronte
all'Isolotto ed optiamo per una ulteriore sosta dato che c'è stato
un momento davvero movimentato tra le grosse onde causate dalle navi.
Non c'è una spiaggetta bella come le prime due ma ci accontentiamo.
Siamo poco prima dell'affollata spiaggia di Le Viste, manca meno di
un miglio a Porto Ercole.
Ultima sosta in vista dell'Isolotto |
Ormai Gloria e la mappa sono una cosa sola |
Dopo esserci riposati ci reimbarchiamo per quello che crediamo essere l'ultimo miglio... scivoliamo sopra un banco di enormi meduse dal bordo blu (dovrebbero essere rhizostoma pulmo) e sbarco all'inizio del grosso molo frangiflutti da dove raggiungo la piazza e scopo che, a causa della festa patronale, è impossibile raggiungere il porto in auto fino a mezzanotte.
Prendiamo fiato ed attraversiamo velocemente l'accesso al porto ed entriamo costeggiandolo sulla destra. Ci avviciniamo a dei diportisti che ci consigliano di sbarcare dopo Cala Galera all'inizio della Feniglia. Li non ci sono limitazioni. Gloria non è per nulla felice di dover allungare ulteriormente la strada di un paio di km, oltretutto sapendo che dovremo fare un altro sprint per attraversare anche l'ingresso del porto di Cala Galera.
Sbarchiamo su una spiaggia in sabbia che si chiama Punta Pertuso che sono le 16,30.
L'impresa era compiuta!Bisogna fare circa
200m per raggiungere il parcheggio (sterrato) ma fortunatamente avevo
avuto l'ottima idea di lasciare in macchina i due carrellini, non si
sa mai.
Lascio Gloria in
spiaggia a prendere il sole e fare da guardia all'attrezzatura mentre
io torno a prendere l'auto. Ci sarebbero dei bus che, cambiando ad
Orbetello, permettono di tornare a Porto Santo Stefano. Ci avevano
avvisati che non era un metodo affidabile di viaggiare –
specialmente nei giorni festivi - ma non credevo fino a questo
punto. Sono andato a piedi fino a Porto Ercole (avessi comprato prima
il biglietto risparmiavo questa camminata dato che c'è una fermata
anche a Cala Galera) ma una volta li ho aspettato invano parecchio
assieme ad altri turisti. Il Bus delle 17,15 è arrivato alle 19,20
facendomi perdere ogni speranza di riuscire a prendere ad Orbetello
l'ultima coincidenza utile per arrivare prima della chiusura del
parcheggio alle 20.
Sono sceso a Terra
Rossa (prima di prendere la diga che porta ad Orbetello) e da li
raggiunto a piedi l'agriturismo dove fortunatamente il proprietario
mi ha dato un passaggio che mi ha permesso di arrivare a Porto Santo
Stefano giusto in tempo per ritirare l'auto.
Il giorno
successivo abbiamo fatto i turisti. Sveglia alle 10 e giretto nei
paesi di Porto Santo Stefano (con visita alla Fortezza Spagnola),
Orbetello ed al borgo medievale di Porto Ercole. Siamo tornati a
Porto Santo Stefano nel pomeriggio per visitare l'acquario e poi la
sera per una cena di pesce. Il lunedì abbiamo passato la mattinata a
passeggiare sul tombolo della Feniglia (che è una riserva naturale).
Abbiamo percorso tutti i 6km circa di lunghezza su un sentiero lungo
la laguna ed il ritorno in pineta prima di tornare all'agriturismo
per caricare i kayak ed iniziare il viaggio verso casa.
Per noi è un gran
risultato essere riusciti a completare il giro dell'Argentario in
giornata. Il GPS segnava 28km (poco più di 15nm) nonostante ci siamo
dovuti allungare oltre il punto previsto di sbarco abbiamo ridotto la
percorrenza grazie alle non poche baie tagliate. È vero che come
distanza in senso assoluto non è molto di più rispetto a quella che
siamo soliti fare durante le gite al lago; ma al lago siamo a casa,
ne conosciamo maggiormente le insidie ed i pericoli e ci sentiamo
tutto sommato nel nostro ambiente. Il mare è una cosa a cui non
siamo ancora abituati, ed eravamo ben consci del fatto che a causa
delle caratteristiche del posto per alcune lunghe tratte sarebbe
stato impossibile sbarcare in posti sicuri in caso di problemi. Siamo
tornati a casa soddisfatti. All'arrivo a Cala Galera, prima di
cimentarmi nella epica impresa che fu il viaggio di ritorno a Porto
Santo Stefano, abbiamo copiato l'idea che hanno avuto Tatiana e Mauro
durante il viaggio alle Cicladi: dopo aver completato il periplo di
un'isola facevano una foto alla cartina con il loro piede sopra.
Abbiamo fatto lo stesso perché in relazione alla nostra esperienza
quest'avventura è stata una grande impresa perfettamente riuscita e
quella foto rappresenta il fatto che assieme abbiamo conquistato
l'Argentario... e siamo pronti per altre avventure!
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