mercoledì 7 giugno 2017

la conquista dell'Argentario


A Natale Gloria mi aveva regalato un lungo fine settimana per il ponte del 2 giugno all'Agriturismo Monte Argentario. Nonostante i sei mesi a disposizione in cui ho trovato la mappa e raccolto informazioni su internet siamo partiti venerdì scorso senza avere un'idea precisa sul da farsi: io ero intenzionato a fare il giro completo tra Porto Santo Stefano e Porto Ercole in giornata mentre Gloria su questa cosa aveva fin da subito posto il veto sperando di trovare un punto buono per spezzare la navigazione in due oppure di rinunciare al giro completo ed effettuare due uscite da circa 15km l'una facendo andata e ritorno dai due porti in due giornate distinte sacrificando ovviamente l'esplorazione di una buona fetta di costa.
Partiamo alle 4 di venerdì mattina ma il traffico ci ferma a meno di 10km da casa: tra altri che hanno avuto la nostra stessa idea di partenza “intelligente” e le macchinate che tornano dalle discoteche perdiamo mezz'ora buona causa incidente a Lissone.
l'uscita di una grotta
Arriviamo all'agriturismo in tarda mattinata, scarichiamo li kayak e raccogliamo ulteriori informazioni su parcheggi e spazi direttamente dai proprietari dopodiché torniamo in auto per percorrere il periplo del promontorio lungo la bellissima strada panoramica che raggiunge anche quote ragguardevoli in un breve ma divertente tratto sterrato. Il giro ci consente anche di verificare i punti di imbarco, sbarco e cercare eventuali punti di uscita intermedi confermando il fatto che nel tratto più esposto le cale principali sono raggiungibili dalla strada solo tramite sentieri scoscesi che renderebbero impossibile recuperare i kayak. Nel caso in cui ci si dovesse ritrovare nelle condizioni di non riuscire a raggiungere nessuno dei due porti sarebbe stato necessario abbandonare l'attrezzatura in spiaggia, raggiungere la strada e chiamare un taxi per poi il giorno dopo tornare e completare il giro. Un buon punto per fare questo discorso è Cala Mar Morto dove si può trovare un posto per tentare di nascondere i kayak (o renderli quantomeno poco visibili).

Imbarco a Porto Santo Stefano - Lungomare Navigatori
Il punto di imbarco era deciso: a Porto Santo Stefano si entra verso l'imbarco per i traghetti e si prosegue nella via oltre la Guardia Costiera fino a raggiungere la sede della Misericordia; li inizia una ZTL ma c'è spazio per accostare il tempo che serve per scaricare l'attrezzatura. C'è una spiaggetta con un moletto in costruzione che scende comoda in acqua ed essendo qualche decina di metri oltre l'imboccatura del porto non si ha neanche il pensiero di dover attraversare le rotte di uscita di yacht e traghetti. Volendo parcheggiare sulle strisce blu il costo è esorbitante (2,5 €/ora) per cui conviene trovare un parcheggio a giornata che offrono servizio di rimessaggio dalle 7 alle 20 per 10€.

La sera cena in agriturismo a base di carne della maremma durante la quale siamo giunti ad un accordo riguardo alle intenzioni sul fare il giro completo o meno. Se a mezzogiorno non fossimo stati di fronte ad Isola Rossa saremmo tornati in dietro... altrimenti avanti tutta!
Andiamo a letto stanchi dopo aver dato l'ennesimo sguardo al meteo.


L'indomani alle 7 siamo a Porto Santo Stefano. Giusto il tempo di scaricare la macchina, portarla al parcheggio e tornare a piedi attraversando tutto il porto. Sistemiamo il materiale nei gavoni e ci imbarchiamo alle 7,23 in un mare piatto che pare di essere sul Lago di Pusiano.
Anche il traghetto diretto al Giglio ci sfila di fianco a qualche centinaio di metri senza riuscire a muovere l'acqua.
Ho lasciato la carta nautica a Gloria dato che sul mio ponte anteriore tra pagaia di scorta e valigia stagna con la macchina fotografica non c'era più spazio. Si è rivelata un ottimo navigatore dato che ha costantemente tenuto il punto della situazione di caletta in caletta e sfruttando anche i punti di riferimento sula terra ferma. Anche durante le pause si studiava la mappa facendo il punto della situazione e ripianificando di volta in volta le tappe successive.

Prima di Punta Lividonia
Dalle parti di Cala Grande










L'Argentarola oltre Punta Cala Grande

In circa 20 minuti siamo a Punta Lividonia che, con il suo faro, è il punto più a nord dell'Argentario.
Ci affacciamo così sul lato più esposto, dove ci avevano detto esser più probabile trovare venti e correnti fastidiose ma il mare resta incredibilmente piatto. In zona Cacciarella/Cala del Pane mi infilo in una grotta e mi fermo qualche attimo a guardare i giochi di trasparenze sull'acqua; pochi minuti dopo entriamo in Cala Grande. Nonostante sia un fine-settimana con ponte ed il meteo sia ottimo non ci sono per ora altre barche e l'acqua non frange sugli scogli regalandoci un silenzio irreale spezzato solo dal rumore delle pagaie che ripetutamente entrano in acqua.
Gloria controlla la mappa di fronte all'Argentarola
Superata la punta di Cala Grande (su cui svetta una delle tante torri) siamo in vista dell'isolotto dell'Argentarola. Faccio qualche foto mentre Gloria consulta la mappa: grazie a questo inequivocabile punto di riferimento è felice di constatare che ci trovavamo esattamente dove aveva stimato. È passata poco meno di un'ora e mezza dalla partenza per cui siamo in anticipo sulla tabella di marcia.
Anche se il mare è piatto e -grazie all'orario- la temperatura ancora mite non ci addentriamo in ogni caletta ma spesso tagliamo. Abbiamo sempre il timore di ritrovarci questo pomeriggio nella situazione in cui non si riesce né a concludere il giro né a tornare in dietro. Oltretutto le previsioni meteo, ricontrollate anche prima di uscire dalla stanza, indicavano chiaramente che questa calma piatta non sarebbe stata infinita: dopo mezzogiorno si sarebbe alzato il vento e poco dopo anche il mare avrebbe cominciato ad esser più movimentato. Vista la nostra poca esperienza in mare preferiamo sacrificare l'esplorazione profonda di tutte le calette e risparmiare energie.

Gloria studia la mappa
Prima pausa










La prima sosta la facciamo alle 10,20 in una spiaggetta appartata sotto Torre Maddalena. Abbiamo già avvistato, a meno di 2nm, Isola Rossa: il punto di non ritorno. Siamo ormai tutti e due convinti che tornare in dietro non ne valga la pena.

Ci riposiamo, guardiamo la mappa, mangiamo qualcosa ed una volta pronti ci reimbarchiamo ormai entrambi convinti a raggiungere Porto Ercole.
Sfiliamo tra stretti passaggi di rocce affioranti che separano la costa dall'isoletta e, dopo la spiaggia delle Cannelle, sbarco su un masso in mezzo al mare per fare qualche foto. Gloria prosegue spedita dato che da quando ci siamo fermati il vento comincia a farsi sentire ed il mare comincia ad essere un pochino mosso. L'onda naturale è poca roba ma il traffico di lussuosi yacht, motoscafi e motonavi cariche di turisti fanno si che siamo spesso colpiti da brevi ma frequenti serie di onde alte e ravvicinate. Gloria, che ha dimenticato le pastiglie per il mal di mare e ricorda ancora la brutta esperienza di Sestri, non apprezza questo saliscendi e comincia ad essere meno rilassata ma pagaia spedita verso Punta di Torre Ciana all'estremo sud del promontorio dell'Argentario.
All'inizio di Cala Piazzoni individuiamo una piccola ma incantevole spiaggetta incastonata alla base di una parete di diverse decine di metri che si butta a strapiombo nel mare. Assicuriamo i kayak sul bagnasciuga e ci sistemiamo comodi con viveri e succo di frutta su una lingua di roccia che si incunea perpendicolare rispetto alla spiaggia nel mare. Evitiamo accuratamente di sostare sotto la parete di roccia per paura di vederci cadere sassi in testa. In questa pausa, forse la più lunga, ci concediamo un bagno rinfrescante... la temperatura è salita parecchio nell'ultima ora e l'afa inizia ad infastidire. Gloria continua a studiare la cartina, siamo a circa 2/3 del percorso.

Girar tra gli scogli oltre Isola Rossa
Sempre intenta a studiare la mappa











La spiaggietta della seconda sosta
Ripartiti costeggiamo l'interno del golfo di Cala Piazzoni sfilando tra le grosse barche ancorate. Come spesso accade da motoscafi e yacht veniamo ignorati mentre i velisti fanno un cenno di saluto.
Doppiata Punta Avoltore siamo in vista de l'Isolotto: chiaro segno che la meta è vicina. Siamo stanchi, fa caldo e le onde hanno già da un pezzo tolto il sorriso dalle labbra di Gloria.
E' il tratto delle grotte... mi infilo una attimo nella grotta azzurra ad ammirare il blu intenso che ha l'acqua li dentro e poi faccio uno sprint per raggiungere la mia compagna di viaggio che non ne vuole sapere di fermarsi tra le onde.
Arriviamo di fronte all'Isolotto ed optiamo per una ulteriore sosta dato che c'è stato un momento davvero movimentato tra le grosse onde causate dalle navi. Non c'è una spiaggetta bella come le prime due ma ci accontentiamo. Siamo poco prima dell'affollata spiaggia di Le Viste, manca meno di un miglio a Porto Ercole.

Ultima sosta in vista dell'Isolotto





Ormai Gloria e la mappa sono una cosa sola


Dopo esserci riposati ci reimbarchiamo per quello che crediamo essere l'ultimo miglio... scivoliamo sopra un banco di enormi meduse dal bordo blu (dovrebbero essere rhizostoma pulmo) e sbarco all'inizio del grosso molo frangiflutti da dove raggiungo la piazza e scopo che, a causa della festa patronale, è impossibile raggiungere il porto in auto fino a mezzanotte.
Prendiamo fiato ed attraversiamo velocemente l'accesso al porto ed entriamo costeggiandolo sulla destra. Ci avviciniamo a dei diportisti che ci consigliano di sbarcare dopo Cala Galera all'inizio della Feniglia. Li non ci sono limitazioni. Gloria non è per nulla felice di dover allungare ulteriormente la strada di un paio di km, oltretutto sapendo che dovremo fare un altro sprint per attraversare anche l'ingresso del porto di Cala Galera.
Sbarchiamo su una spiaggia in sabbia che si chiama Punta Pertuso che sono le 16,30.
L'impresa era compiuta!Bisogna fare circa 200m per raggiungere il parcheggio (sterrato) ma fortunatamente avevo avuto l'ottima idea di lasciare in macchina i due carrellini, non si sa mai.
Lascio Gloria in spiaggia a prendere il sole e fare da guardia all'attrezzatura mentre io torno a prendere l'auto. Ci sarebbero dei bus che, cambiando ad Orbetello, permettono di tornare a Porto Santo Stefano. Ci avevano avvisati che non era un metodo affidabile di viaggiare – specialmente nei giorni festivi - ma non credevo fino a questo punto. Sono andato a piedi fino a Porto Ercole (avessi comprato prima il biglietto risparmiavo questa camminata dato che c'è una fermata anche a Cala Galera) ma una volta li ho aspettato invano parecchio assieme ad altri turisti. Il Bus delle 17,15 è arrivato alle 19,20 facendomi perdere ogni speranza di riuscire a prendere ad Orbetello l'ultima coincidenza utile per arrivare prima della chiusura del parcheggio alle 20.
Sono sceso a Terra Rossa (prima di prendere la diga che porta ad Orbetello) e da li raggiunto a piedi l'agriturismo dove fortunatamente il proprietario mi ha dato un passaggio che mi ha permesso di arrivare a Porto Santo Stefano giusto in tempo per ritirare l'auto.


Il giorno successivo abbiamo fatto i turisti. Sveglia alle 10 e giretto nei paesi di Porto Santo Stefano (con visita alla Fortezza Spagnola), Orbetello ed al borgo medievale di Porto Ercole. Siamo tornati a Porto Santo Stefano nel pomeriggio per visitare l'acquario e poi la sera per una cena di pesce. Il lunedì abbiamo passato la mattinata a passeggiare sul tombolo della Feniglia (che è una riserva naturale). Abbiamo percorso tutti i 6km circa di lunghezza su un sentiero lungo la laguna ed il ritorno in pineta prima di tornare all'agriturismo per caricare i kayak ed iniziare il viaggio verso casa.



Per noi è un gran risultato essere riusciti a completare il giro dell'Argentario in giornata. Il GPS segnava 28km (poco più di 15nm) nonostante ci siamo dovuti allungare oltre il punto previsto di sbarco abbiamo ridotto la percorrenza grazie alle non poche baie tagliate. È vero che come distanza in senso assoluto non è molto di più rispetto a quella che siamo soliti fare durante le gite al lago; ma al lago siamo a casa, ne conosciamo maggiormente le insidie ed i pericoli e ci sentiamo tutto sommato nel nostro ambiente. Il mare è una cosa a cui non siamo ancora abituati, ed eravamo ben consci del fatto che a causa delle caratteristiche del posto per alcune lunghe tratte sarebbe stato impossibile sbarcare in posti sicuri in caso di problemi. Siamo tornati a casa soddisfatti. All'arrivo a Cala Galera, prima di cimentarmi nella epica impresa che fu il viaggio di ritorno a Porto Santo Stefano, abbiamo copiato l'idea che hanno avuto Tatiana e Mauro durante il viaggio alle Cicladi: dopo aver completato il periplo di un'isola facevano una foto alla cartina con il loro piede sopra. Abbiamo fatto lo stesso perché in relazione alla nostra esperienza quest'avventura è stata una grande impresa perfettamente riuscita e quella foto rappresenta il fatto che assieme abbiamo conquistato l'Argentario... e siamo pronti per altre avventure!




















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