Il Circolo Fotografico di Inverigo è per me il tempio della Fotografia (quella con la F maiuscola).
In questo ambiente -in un solo anno- ho imparato molto partecipando a corsi, serate a tema, workshop e progetti fotografici. Un ambiente che è un vero punto di riferimento culturare, artistico e tecnico riguardo a tutto ciò che gira attorno alla fotografia.
Ho assistito a qualche serata con ospiti dove fotografi della zona più o meno noti sono venuti a presentare i loro lavori. Serate sempre interessanti o per l'alto contenuto tecnico o per la grande espressività artistica dell'opera; motivo per cui sono rimasto piuttosto colpito quando mi è stato chiesto di presentare in una serata la fotografia in kayak.
Pagaia e fotografia non sono certo
un'accoppiata nuova. Moltissimi kayaker sono fotoamatori e molti producono
immagini spettacolari sfruttando proprio il particolare punto di
vista della natura che si ha da una canoa: prova di questo è che i
vari social network, da quelli di massa tipo Facebook a quelli più
prettamente fotografici tipo Flickr, sono pieni di gruppi dedicati a
questo binomio.
Ho passato giorni a pensare come
strutturare la serata. Portare un portfolio cercando un filo
conduttore (come ho fatto per la minimostra sul Lario in inverno che
ho avuto modo di esporre sempre grazie al circolo) avrebbe avuto poco
senso ed avevo paura potesse risultare noioso. Parlare di tecnica fotografica sarebbe stato quantomeno
ridicolo.
L'introduzione di Giovanni Bartesaghi, presidende del CFI |
All'inizio è stata doverosa una breve introduzione: due parole per spiegare cos'è il kayak da mare, da dove arriva e quali sono le enormi potenzialità di questo fantastico natante. Poi mostrando foto scattate prima con un'action cam, con una compatta, con un cellulare e con la reflex ho ripercorso a tappe la mia avventura canoistico-fotografica ed avuto modo di parlare di posti che ho esplorato in kayak e di cui mi sono innamorato, di bivacchi in spiaggia e di aneddoti legati ad alcuni raduni ed alla "vita da kayaker".
Una specie di mia personalissima evoluzione in cui col
presupposto di spiegare le motivazioni che mi hanno portato a sentire
l'esigenza di avere un minimo di conoscenze riguardo la composizione, una macchina fotografica di un certo livello e qualche conoscenza tecnica per poterla sfruttare al meglio sono arrivato a raccontare le motivazioni che mi hanno
portato dal pozzetto del mio Prijon a bussare alle porte del circolo
fotografico.
Non mi posso definire un fotoamatore nel senso stretto ma più un "fotoamatore di seconda mano" visto che non mi interessa la fotografia in quanto tale ma sono arrivato in questo mondo sentendo l'esigenza di aumentare la qualità delle immagini che scattavo; perché fondamentalmente per me uno scatto è ben riuscito quando riesce a trasmettere le emozioni che ha sentito chi l'ha prodotto, la fotografia è per me un mezzo di comunicazione e non il fine ultimo.
Spero quindi in questa serata di essere riuscito a trasmettere la bellezza dell'esplorare posti vicini e lontani impugnando una pagaia... e magari anche un qualsiasi tipo di macchina fotografica.
Non mi posso definire un fotoamatore nel senso stretto ma più un "fotoamatore di seconda mano" visto che non mi interessa la fotografia in quanto tale ma sono arrivato in questo mondo sentendo l'esigenza di aumentare la qualità delle immagini che scattavo; perché fondamentalmente per me uno scatto è ben riuscito quando riesce a trasmettere le emozioni che ha sentito chi l'ha prodotto, la fotografia è per me un mezzo di comunicazione e non il fine ultimo.
Spero quindi in questa serata di essere riuscito a trasmettere la bellezza dell'esplorare posti vicini e lontani impugnando una pagaia... e magari anche un qualsiasi tipo di macchina fotografica.
L'immagine di chiusura: i saluti mandati al Circolo dal periplo dell'Argentario |
Link alle pagine del Circolo Fotografico Inverigo:
SITO WEB
FLICKR
EDIT
L'articolo uscito sul Giornale di Erba in seguito a questa serata:
Giornale di Erba, Sabato 31/03/2018 |
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