giovedì 4 gennaio 2024

Sile alto con Leonardo di Ozone

Leonardo e la sua Spark al Mulino Cervara

 Mercoledì mi sono concesso un giorno di ferie. Dovevo ritirare la Pocket Canyon e, già che ero nel trevigiano, ne avrei approfittato per un giretto sul Sile; mi sembrava un fiume interessante ed alla portata di un pagaiatore non proprio esperto di ambiente fluviale.

I ragazzi di Ozone Kayak sono stati così gentili non solo da aprire il negozio apposta per me durante le vacanze natalizie (mentre erano peraltro impegnati a fare inventario) ma mi hanno anche “prestato” Leonardo che mi ha fatto da guida ed organizzato il recupero!

Alle 5:30 di mattina ero già in auto alla volta di Quinto di Treviso dove sono arrivato poco dopo le 9. Sistemati gli ultimi dettagli abbiamo caricato la mia nuova Pocket Canyon sul furgone di Ozone assieme ad una Spark e via, dopo aver lasciato la mia auto ai laghetti di Quinto ci siamo diretti a Morgano. Qui c’è la sede di Open Canoe Open Mind, sicuramente la più grande associazione Italiana (una APS) ad essere incentrata esclusivamente sulla canoa canadese. Ci siamo imbarcati dal loro bellissimo squero (nome tradizionale veneziano di quello che noi, popoli del Ducato di Milano, chiamiamo darsena).


primo tratto
Poter pagaiare in posti a me sconosciuti assieme ad un canoista locale lo considero sempre un vero privilegio; Leonardo mi racconta che qui il fiume è stato modificato dall'uomo ed infatti ha una larghezza aumentata (poco più di 10m a naso) e sponde regolari. E’ così per circa un chilometro, fino a quando si raggiunge uno slargo creato da una vecchia cava di sabbia che prende il nome di Palude Barbasso. A questo punto il fiume torna al suo aspetto naturale, decisamente più stretto e meno rettilineo, si infila in una fitta boscaglia di alberi - ora spogli per l’inverno - ma che in altre stagioni vanno a creare dei tunnel verdi dentro a cui il fiume corre sereno.
Percorso un’altro chilometrino si passa sotto ad un ponticello, preceduto in sponda destra da dei resti di chiuse metalliche ormai ridotte a brandelli di ruggine.
Si tratta di una piccola centrale elettrica, ho tentato di documentarmi su internet ma si trova poco o niente. Dovrebbe essere stata creata negli anni ‘30 per alimentare la filovia Venezia piazzale Roma - Mestre - Treviso e lavorava in corrente continua a 1200V analogamente alle primissime centrali idroelettriche create in Adda tra fine ‘800 ed i primissimi del ‘900, secondo la tecnologia di Thomas Edison, e che alimentavano Milano in corrente continua.

Tornando a questa piccola centralina elettrica sul Sile pare sia stata acquisita dall’Enel nel 1947 (e verosimilmente convertita a corrente alternata) per poi essere chiusa nel 1969.
Il comune di Quinto, nel 2010, voleva riattivarla per alimentare le scuole ma - a vedere le paratie - sospetto non si sia concluso niente. Resta la struttura ed il ponticello sotto cui si trova un salto di una quarantina di centimetri: la prima piccola rapida della mia nuova Esquif!


ponticello vecchia centrale elettrica

Poco più a valle abbiamo imboccato un canale laterale per addentrarci nell’Oasi di Cervara, dove abbiamo visto numerose cicogne che hanno nidificato in testa ad ogni traliccio della corrente e su numerosi alberi; siamo arrivati fino all'omonimo affascinante mulino del 1500 ancora attivo con la sua bella ruota di legno.


Mulino di Cervara

Appena usciti dall’Oasi si passa sotto al ponte di ferro tipo Bailey della vecchia linea ferroviaria Treviso - Ostiglia; anche qui storia curiosa: strada ferrata progettata nei primi del ‘900 come opera strategica in caso di conflitto contro l’Impero Austro-Ungarico, fu realizzata dopo la prima guerra mondiale e terminata nella sua interezza solo nel 1941.
Bombardata nel ‘44 venne riattivata poi solo a tratti nel dopoguerra per essere abbandonata negli anni ‘80 e definitivamente chiusa nel 1997.

Attualmente da Quinto di Treviso a Grisignano di Zocco il percorso ferroviario è stato convertito in ciclo-pedonale ed è molto apprezzato per le bellezze naturalistiche, paesaggistiche ed enogastronomiche (Leonardo mi ha consigliato una trattoria accessibile anche dal fiume in canoa, ma non avevo carta e penna per gli appunti, so che non ci crederete ma sono venuto via senza neanche bere n'ombra de vin).


Ci restano solo un altro paio di km di fiume da scendere, che si fa ancora più tortuoso, prima di arrivare nel laghetto superiore di Quinto, anche questo artificiale creato da una ex cava, dove abbiamo parcheggiato la mia auto per il recupero.


Che dire? E’ stata davvero una giornata super! Il meteo era coperto, con foschia in diradazione che ha contribuito a rendere ancora più affascinante questo paesaggio rurale invernale (lo so, sono strano, mi piace tantissimo andare in canoa sotto la pioggia e con la nebbiolina).

Sono stra felice anche della canoa. Non ho ancora sviluppato la sensibilità per comprendere a fondo il comportamento dello scafo di una canadese, comunque non bastano certo pochi km in acque tranquille per prendere confidenza con uno scafo; ma come mi aspettavo è una barca estremamente diversa dalla Temagami e diversa anche dalle altre canadesi che ho provato (Nova Craft Prospector 16 e 15 e poco altro).

Questa è davvero una trottolina, ho capito cosa intendono sui vari forum anglofoni quando scrivono che la canoa “gira su un francobollo”. Reagisce istantaneamente alle manovre pur non avendomi mai dato l’impressione di essere nervosa (sul placido Sile, non vedo l’ora di portarla in diga ed a San Pellegrino e vedere quanto ci mette per spararmi a bagno) e comunque non richiede maggior impegno rispetto ad una Prospector NC per andare dritta.
Ho forse già notato un piccolo problema di assetto, avevo questa impressione in acqua che si è confermata a casa guardando le foto che mi ha fatto Leonardo: quando sto in ginocchio con le chiappe appena appoggiate davanti al traverso del sedile il trim sembra buono, ma da seduto sulla panca ero decisamente impennato. Quando ci avrò preso confidenza e l’avrò conosciuta meglio deciderò se sia il caso di spostare leggermente più verso il giogo il seggiolino anteriore.


Chissà quante avventure mi aspettano con la la mia piccola Esquif!



portiamola a casa



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