Un giro ai Castelli di Cannero era da tempo nella lista delle “cose da fare” in kayak. Sabato sarei stato da solo ed il meteo era buono; durante la settimana ho pianificato il percorso ed individuato il punto di imbarco. Ho Ppedisposto due percorsi: uno corto da 10nm in caso di poca voglia ed uno più lungo da 14. La deviazione tra i due sarebbe stata nel primo pomeriggio, pochi km a nord dei castelli.
L'idea era di arrivare all'imbarco col buio per godermi l'alba dal kayak. La sveglia suona alle 4.30 del mattino ma la voglia di stare sotto le coperte è tanta quindi schiaccio il tasto per ritardare di 10 minuti; alle 4.40 suona di nuovo ma sono sempre poco convinto. Alle 5 finalmente mi sveglio, preparo le ultime cose e parto. Passo Como, Varese, Luino ed arrivo a Colmegna. Quando parcheggio il sole ha già fatto capolino alle mie spalle ed il termometro segna 5°. Scarico il kayak e mi preparo. Una delle cose belle dell'essere da solo è che non si deve stare alle tempistiche degli altri. Entro in acqua che mancano pochi minuti alle 8 e vado verso il centro abitato di Luino.
C'è vento da sud ed il lago è piuttosto agitato. Gloria si
sarebbe lamentata. Gloria si sarebbe lamentata molto. Sono costretto a lasciare
la fotocamera in un gavone dato che estrarla per scattare sarebbe troppo rischioso.
La prima sosta a Luino |
Ho preferito pianificare il giro in questo senso per avere
questa lunga traversata al mattino evitando di doverla affrontare sulla
strada del ritorno quando sono stanco, il traffico sul lago è più
intenso e magari mi ritrovo anche con un meteo che nell'arco della giornata è
variato in maniera inaspettata.
Arrivato a poche decine di metri dalla riva rinuncio allo sbarco in paese e cambio direzione per avvicinarmi subito all'attrazione principale della gita.
Arrivato a poche decine di metri dalla riva rinuncio allo sbarco in paese e cambio direzione per avvicinarmi subito all'attrazione principale della gita.
Le rovine del castello sorgono su alcuni scogli a circa 200m
da riva. La struttura principale, sull’isolotto centrale, è decisamente
imponente; c'è anche una gru al centro delle mura che rovina il panorama ma
credo che la sua presenza sia tutto sommato un buon segno dato che questa
antica fortificazione è evidentemente in condizioni precarie ed in alcuni punti
da l’impressione che basti qualche giornata di vento forte per farne crollare
delle parti. Quantomeno c'è la volontà di voler preservare questo tesoro. Su un
secondo isolotto separato dal resto della struttura da poche decine di metri di
acqua c'è una piccola torre mentre il terzo scoglio, più verso il centro del
lago, è solo un masso che spunta dall'acqua su cui trova posto un piccolo
alberello ed una targa commemorativa.
Passo parecchio tempo a gironzolare attorno alla zona
guardando e fotografando un po' da tutte le angolazioni prima di riprendere a
costeggiare verso nord ed arrivare, per
l'ora di pranzo, a Carmine dove finalmente sbarco e tocco il suolo piemontese!
Mi preparo un piatto di ravioli in brodo e mi riposo mentre
guardo il lago che comincia a popolarsi. Compare una grossa barca a vela ed una piccola motovedetta della
Guardia di Finanza; poi un motoscafo che pesca con delle lenze lunghissime, un
gruppo di vele laser e qualche windsurf. Per la prossima traversata ci sarà più
traffico da tenere d'occhio ma comunque non è mai intenso ed inoltre sarà più
breve di quella della mattina. Questo è anche il bivio tra i due percorsi
programmati: si può attraversare su Maccagno e chiudere l'anello corto o
proseguire su questo lato per andare a vedere il centro abitato di
Cannobio. Il vento proveniente da
sud-ovest , contrariamente a quello che dicevano le previsioni, non accenna a
calare. E' solo mezzogiorno ed ho tutto il tempo per riuscire ad affrontare il
giro lungo anche calcolando i ritardi causati delle ultime miglia che a questo punto
ipotizzo di dover fare esattamente controvento. Vada per il giro lungo!
Raggiungo Cannobio e mi fermo qualche minuto oltre la foce del
fiume prima di far rotta est per tornare sulla sponda lombarda.
Madonna della Punta - Maccagno |
Mi soffermo a fare un paio di foto al Santuario Madonna della Punta ed in men che non si dica sono già al punto di arrivo. Col lago piatto e senza vento mi verrebbe voglia di stare in acqua ancora un po' e magari di tornare a Luino ma desisto pensando che se carico l'auto in fretta magari riesco ad evitare le onnipresenti code serali.
Il GPS segna esattamente le 14nm che avevo previsto (poco meno di 26km) e sono passate 8h 22' da quando sono partito.
Sono contento di aver visto i Castelli e sono contento di aver fatto un giro da solo. Era da tanto che non pagaiavo senza compagnia. Essere in coppia o con altri amici appassionati di kayak è sempre molto bello oltre che utile per aumentare il livello di sicurezza ma il pagaiare da soli, oltretutto senza tante altre imbarcazioni in giro, da tutta un'altra emozione. Il Verbano, almeno in questo tratto, non offre grandi spettacoli dal punto di vista paesaggistico. Non che sia brutto, ma se si è abituati allo spettacolo dei tratti selvaggi e dei paesini del Lario vien difficile restare a bocca aperta qui. Non lo dico per campanilismo; nel tratto che ho visto i centri abitati non sono poi molto "caratteristici" o "pittoreschi" ed i pezzi di costa disabitati sono ricchi di cemento armato necessario a sorreggere le strade statali. Comunque i Castelli meritano di esser visti come sicuramente meriterà di esser percorso il resto del lago. Ho bei ricordi delle Isole Borromee viste parecchie volte dall'alto e sicuramente vorrò andare a vederle dall'acqua. Sicuramente i tratti più votati al turismo sapranno dare un'impressione visiva differente.
Percorso effettivo |
-Prima volta sul Verbano;
-Prima traversata impegnativa in solitaria;
-Prima volta in Kayak con la macchina nuova;
-Prima volta che tocco due regioni in una sola uscita.
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