Ieri, approfittando della festività
infrasettimanale, ci siamo ritrovati in 11 a Cerro di Laveno per una
piacevole giornata in compagnia: pagaiatori di ogni esperienza dai
super lupi di mare a chi ha cominciato da relativamente poco. L'idea
di questo incontro è stata di Mirella che ha pensato ad
un'escursione alla portata di tutti nelle “sue” acque
del lago maggiore con obiettivo principale il giro delle Isole
Borromee.
Degna di nota, oltre ad un paio di
personaggi noti del mondo del kayak da mare, anche la presenza di
Gloria che non entrava in canoa dal raduno sull'Iseo di fine Agosto!
Tra le doti di Mirella c'è da
ammirarne la capacità di convincimento: un suo messaggio di invito è
stato più efficace di decine di miei tentativi di portarla fuori in
kayak.
La quota rosa: Mirella, Gloria e Barbara |
Cielo sereno, acqua piatta, vento calmo
e temperatura mite hanno fatto in modo che la giornata filasse liscia
senza nessun tipo di difficoltà.
Da Cerro abbiamo attraversato verso
l'isola di San Giovanni che abbiamo circumnavigato interamente prima
di raggiungere Isola Madre e girare attorno anche a quella.
Da li dritti sull'isola Superiore su
cui siamo sbarcati per il pranzo al sacco e per visitare a piedi il
piccolo paesino che ne occupa l'intera superficie. Nonostante sia
novembre erano ancora numerosi i turisti che ne affollavano le
strette viuzze.
Luciano si avvicina a S. Giovanni |
Tornati in acqua e superato il
vicinissimo Scoglio della Malghera coi sui alberi colorati d'autunno
è stato il turno di ammirare da vicino Isola Bella ed il suo
imponente palazzo.
Nonostante le giornate siano ormai
corte, nonostante il ritmo di pagaiata sia stato calmo e nonostante
l'imbarco sia avvenuto solo in tarda mattinata eravamo stranamente in
anticipo sulla tabella di marcia così, al posto di far rotta verso
Cerro per concludere l'escursione, abbiamo deciso -spronati da
Luciano- di allungare il percorso sulla sponda piemontese fino alla
punta a sud di Stresa per poi attraversare sull'Eremo di Santa
Caterina del Sasso aggiungendo alla gita un ulteriore importante
punto d'interesse.
Gloria ed io avevamo visitato questa
struttura, da terra, la scorsa primavera e ci eravamo ripromessi di
tornarci in kayak. Da questo punto di vista sembra ancor più
forzatamente incastonata sul lago. Avvicinandosi dalla sponda
opposta salta subito all'occhio l'anomalia di questo breve tratto di
costa: Il panorama è composto da versanti poco ripidi che scendono
dolcemente in acqua ma per un breve tratto, in cui è stata edificata
S. Caterina, una parete non troppo alta ma perfettamente verticale
cola a picco nel lago creando dei giochi di roccia ancor più
accentuati dal basso livello d'acqua che abbiamo trovato.
Qualche minuto di contemplazioni ai
piedi di questa meraviglia prima di percorrere quel chilometrino o
due che ci separavano dal punto d'imbarco. Il GPS ha segnato un
percorso effettivo di 19km.
Col sole che calava nonostante fosse
solo a metà pomeriggio è arrivato velocemente anche il freddo così,
caricata l'attrezzatura in macchina, ci siamo rintanati nel vicino
bar. L'organizzatrice della giornata aveva proposto cioccolata calda
per tutti ma su questo punto abbiamo dissentito preferendo vino,
birra o spritz accompagnato da salatini e patatine; chi proprio
voleva scaldarsi ha optato per un punch bollente.
Questa giornata è stata anche
l'occasione di togliere dal letargo estivo, forse prematuramente o forse no, le
mute stagne. Una specie di prova generale prima che arrivino le vere
pagaiate invernali.
Non faccio il cambio dell'armadio sui
vestiti normali ma per l'abbigliamento da kayak è d'obbligo.
Dinnanzi all'Eremo di Santa Caterina del Sasso |
I complimenti ed i ringraziamenti vanno
a Mirella che è riuscita a centrare in pieno un obiettivo davvero
importante e che sarebbe bello sia preso da esempio per tutti i
raduni più o meno ufficiali:
Organizzare un'escursione che faccia
contento il kayaker esperto quanto il fantozziano esordiente totale.
Perchè alla fine di una pagaiata in
compagnia non sono importanti i numeri e le statistiche che si
leggono sul percorso segnato dal GPS ma le emozioni ed i ricordi che
si portano a casa.
Luciano ed i suoi "riti": fare gruppo in kayak ed a terra |
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