L’evento è stato anche occasione di ritrovo con alcuni membri del direttivo e, soprattutto, con i maestri formatori ed altri istruttori. Così ci sono andato anche io, assieme a Giorgio Racca (che gentilmente mi ha dato un passaggio, in settimana ho avuto un piccolo incidente ed ero a piedi).
Non ho seguito gli esami. Non mi sembrava corretto considerando che il prossimo anno vorrei affrontare anche io questo corso, qualora riuscissi a prepararmi adeguatamente prima dell’uscita del bando.
Quindi, mentre tutti erano interessati a fare da pubblico durante le prove, io ero nullafacente.
Passare due lunghe giornate chiuso nel bungalow di un campeggio sarebbe stato noioso, così ho portato con me due diversivi: un libro davvero molto molto interessante ed il kayak.
Il sabato c’era vento di Libeccio e sul tombolo di Feniglia arrivavano onde alte un metro e mezzo. In spiaggia alcuni surfisti locali la mattina ci hanno riferito che per il pomeriggio era previsto vento in diminuzione ed onda in leggero aumento. Il programma era deciso: libro nello zaino e dopo pranzo kayak in acqua!
Sono uscito con il Galbu che, avendo sostenuto tutti gli esami teorici in mattinata, ha voluto concedersi una pagaiata per scaricare un po’ la tensione ed approfittare della situazione di mare 3 e vento 3 per fare un ultimo ripasso delle manovre. Ne ho approfittato anche io ripetendo con lui appoggi, roll, rienti-e-roll, salvataggi, risalite, rimorchi...
Finite queste esercitazioni improvvisate ci siamo spostati più vicino a riva per giocare con alcuni treni di onde particolarmente alte che iniziavano a frangere già nella zona dei gavitelli rossi che indicano il limite della zona riservata ai bagnanti. Ho avuto modo di provare la pagaia nuova (la Shuna) anche in condizioni di surf, mi sono trovato davvero bene. Non vorrei sembrare come il classico pescatore che cattura una sardina ma poi si vanta di aver preso una balena: ci sono stati un paio di momenti in cui sono arrivati due treni di onde che -a naso- superavano di gran lunga quanto riportato su Windy. Come riferimento avevo un surfer in piedi sul SUP: quando mi trovavo nel cavo dell'onda successiva, spariva completamente.
Una volta sbarcato ero talmente felice che, quasi a voler ringraziare il mare per queste due ore di divertimento, mi ci sono tuffato con addosso tutta l'attrezzatura da kayak ed ho fatto un bel bagno con PFD, paraspruzzi, caschetto e calzari addosso.
Sono uscito dall'acqua con il classico sorriso da ebete che mi si stampa in faccia con il mare in queste condizioni. Rientrato al campeggio chi aveva passato la giornata in aula ad ascoltare tesine, esercizi di carteggio, meteorologia e le altre materie d'esame vedendomi esclamava: "ah, vedo che tu sei andato a divertirti!"
La sera siamo usciti per una cena di gruppo; i pensieri dei corsisti erano tutti ovviamente catalizzati dall'esame e le conversazioni riguardavano solo le interrogazioni di quel giorno ed i timori riguardanti le prove dell'indomani. Mi ha fatto però veramente piacere constatare che, pur provenendo da tutte le parti d'Italia ed avendo molti partecipanti grande differenza di età, il gruppo si sentiva davvero unito e si supportavano a vicenda quasi fossero amici di lunga data impegnati in una sfida comune.
La domenica mattina ho salutato i corsisti all'imbarco sulla spiaggia della Feniglia. Come previsto mare praticamente piatto e assenza di vento.
Mi sono cambiato e sono uscito in solitaria. Superata la baia ed il porto di Cala Galera a debita distanza per non interferire con gli esami, svoltisi in questa insenatura, mi sono avvicinato alla costa ed ho proseguito navigando sempre a poche spanne di distanza dalla scogliera. Dopo il frangiflutti di Porto Ercole la costa si fa subito interessante e quel po' di onda residua era sufficiente per sollevare schizzi d'acqua che spesso e volentieri mi arrivavano dritti in faccia come uno schiaffo. Eravamo partiti da casa con un clima freddo e piovoso, qui c'erano 25 gradi, un bel sole e acqua caldissima.
Non avevo una meta né un programma in termini di tempo. Pagaiavo molto lentamente soffermandomi spesso a studiare la forma sempre diversa che ogni onda prendeva infrangendosi contro una determinata roccia.
Sono arrivato fino ad aver di fronte l'Isolotto (è l'esatto nome del toponimo, evidentemente qui è il posto dove la fantasia dei toscani si è esaurita) ed ho così pensato di raggiungerlo per portare l'Xceed a rivedere lo sperone di roccia contro cui gli ho causato il primo graffio sul gel coat durante il camp del 2021.
L'ho fotografato:
Lo scoglio contro cui avevo graffiato l'Xceed |
Una volta lì vuoi non girarci attorno?
Nonostante sia di fatto poco più di uno scoglio, la sua circumnavigazione ha richiesto un po' di tempo. Nel lato più esposto vi era ancora del residuo di onda dal giorno precedente ed in alcuni punti mi sono fermato lunghi minuti a farmi cullare dal movimento del mare ascoltandone il rumore ed osservando i movimenti degli alti spruzzi.
Sono tornato sulla Feniglia poco dopo le 11:00, a cala galera gli esami erano ancora in corso. Ho avuto quindi tempo di fare uno spuntino prima di sistemare l'attrezzatura e fare una doccia.
Nel pomeriggio, ad esami finiti, ho assistito al momento di riscontro ed ai saluti finali.
Chissà se per il prossimo anno riuscirò veramente ad affrontare questo corso anche io.
Per ora non posso che concludere congratulandomi con i neo-istruttori. Quest'anno non si è visto nessun rimandato.
Ecco qui una loro foto fatta da Felice al termine degli esami:
Buon lavoro ragazzi!
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