L’aver superato l’esame Pagaia Azzurra - SK3 lo scorso mese mi ha sbloccato una serie di possibilità d'accesso alla disciplina del kayak da mare praticata ad un certo livello.
Così, quando ho visto pubblicato il bando di iscrizione al corso ISKGA - Coastal Planning & Navigation Module tenuto presso Santa Teresa a Lerici, la voglia mi è venuta.
Ora, sebbene ancora adesso non abbia ben capito come sia strutturata la formazione ISKGA (International Sea Kayak Guide Alliance), ho colto al volo l’occasione che si presentava golosa per alcuni motivi:
1- l’argomento di questo modulo mi appassiona molto ed interessa;
2- Santa Teresa: amo quel posto e ne sentivo la mancanza;
3- un corso con Guido Grugnola è sempre un corso con Guido Grugnola, torneresti a casa arricchito anche se l’argomento trattato fosse “come accendere la luce dell’aula corsi alla Scuola di Mare” (che detto così sembrerà anche semplice… ma voi avete mai provato a cercare dove diamine hanno nascosto quei dannati pulsanti?);
4- pur non avendo ben chiaro il funzionamento dell’ ISKGA, mi solleticava l’idea di mettere il naso in un percorso formativo ai massimi livelli di respiro internazionale, una sfida interessante.
Detto fatto, si parte per il Golfo dei Poeti. Il corso è strutturato in due giorni.
Il primo in aula ed il secondo…anche. Ma allora quando si va in kayak?
Di notte. Ovvio!
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imbarco dopo il tramonto |
In tutto eravamo 3 partecipanti, questi corsi ne prevedono un massimo di 4. Ho ritrovato Sergio, che ha fatto praticamente tutti i moduli, ed ho conosciuto Andrea di Vicenza il quale passa all’incirca metà anno a casa sua, sul Brenta, a fare la guida in raft e l’altra metà dell’anno - sempre a fare da guida - ma in Groenlandia. Ha raccontato di esperienze pazzesche pagaiando tra gli iceberg e lungo i ghiacciai rimasti. Ovviamente anche lui molto avanti nel percorso formativo.
Il primo giorno è stato davvero impegnativo con una filata incredibile di ore in aula a parlare di pianificazione, carteggio, calcoli di marea e relative correnti. Si toccano anche argomenti laterali ma comunque fondamentali quali il segnalamento marino, oceanografia e procedure VHF.
Guido ha usato questa occasione per un piccolo esperimento: ha inserito una parte dedicata alla navigazione astronomica. Una cosa davvero molto basilare, guardando le costellazioni principali con l’idea non certo di fare il punto, ma di riconoscere e trovare un allineamento utile da seguire per continuare a pagaiare nella notte senza dover ogni pochi minuti accendere la luce, controllare la bussola e spegnere la luce perdendo abbrivio.
Devo essere sincero: questa cosa delle stelle mi aveva lasciato un po’ scettico sia la sera precedente, quando mi era stato anticipato, che durante la lezione.
Poi quantitativi di esercizi su varie carte nautiche: rotte, distanze, correzioni di declinazione, compensazioni di deriva, rilievi, ricerca di allineamenti, valutazioni di varie ipotesi di percorso guardando correnti, batimetriche e segnali.
Si è lavorato dapprima con tutti gli strumenti da carteggio nautico, poi con un’attrezzatura sempre più minimale fino ad arrivare all’uso della sola bussola cartografica e relativo cordino.
In questa parte al tavolo da carteggio devo dire di essermela cavata molto bene; avere fatto un istituto tecnico aeronautico ed il brevetto di pilota privato di aeroplano mi ha aiutato davvero moltissimo. Erano tutte cose che fino alla maturità masticavo ad occhi chiusi, ed il mio cervello non ha fatto la minima fatica a rispolverare queste competenze. Tutto merito dell' insegnante di navigazione, era semplicemente un mito: l’ing. Hani.
Non mi viene in mente nessun altro professore che abbia lasciato in tutti i suoi allievi solo ricordi positivi. Tutti lo amavano e ne avevano grande rispetto ed ammirazione per i suoi metodi decisamente non convenzionali.
Ricordo addirittura che noi studenti dell’aeronautico ci facevamo chiamare “i discepoli di Hani”.
Due anni fa l’ing. è “volato più in alto” e mi ha fa davvero piacere poter sfruttare, anche se in un altro ambito, ciò che mi ha insegnato. Il migliore dei modi per tenere vivo il ricordo di un Grande Uomo ed un ottimo insegnante.
Ultimo esercizio della giornata: ognuno avrebbe dovuto fare la pianificazione per la navigazione di quella notte, come se dovesse guidare il gruppo per l’intera durata. Alla fine ci siamo confrontati ed - assieme - abbiamo tracciato le rotte definitive facendo un merge raccogliendo le idee migliori di tutti.
Prima di mangiare avevamo già preparato e consegnato alla Scuola di Mare il piano di navigazione e compilate le varie copie del piano di navigazione notturna che ogni kayaker deve tenere in coperta.
Mentre ripassavamo le procedure night navigation la cena era pronta, poi meritata pausa in attesa del buio.
Navigazione suddivisa in 8 tratte, io ho guidato in 3: due cortissime ed una più lunga.
Alla prima ho fatto proprio una pessima figura: un banale attraversamento da fanale a fanale davvero cortissimo (0,25nm). Una cosa tranquillissima: dobbiamo andare da qui a li. Linea di fronte, nessun traffico in arrivo, prua alla base della luce e si parte. Ci abbiamo messo addirittura meno dei 5’ pianificati perché viaggiamo sopra ai 3kts prefissati. Una tratta così banale che nemmeno mi è venuto in mente di guardare la bussola. La marea era in diminuzione ed il Golfo dei Poeti si svuotava creando in questa strettoia della corrente, troppo poca per essere percepibile ma sufficiente perché all’arrivo la nostra bussola fosse modificata di quasi 10°. Non ho navigato, ho tenuto la prua inchiodata sul fanale e, di conseguenza, non mi sono nemmeno accorto che qualcosa ci portava in fuori.
Come partenza non proprio il massimo.
La tratta successiva verso un segnale speciale galleggiante non illuminato in direzione del mare aperto, fatta la prua con la bussola Guido ci ha indicato una stella (purtroppo non ricordo né il suo nome né la costellazione a cui appartiene) che combaciava con la nostra rotta. Ironia della sorte il primo tentativo con questa cosa delle stelle era toccato proprio a me che la ritenevo un po’ una boiata.
E’ stato un tratto breve, ma navigare nel silenzio della notte seguendo una stella mi ha emozionato.
Stai conducendo il tuo kayak in mare ma sei allineato con il cielo. Seguendo l'astro a circa ad un minuto dallo stimato ho individuato la silhouette della meda un po’ spostata a sinistra. Obiettivo raggiunto, guardando per aria. Fantastico!
L’ultima tratta che ho guidato è stata la più lunga delle tre, sempre verso il mare, alla ricerca di un punto segnato a matita sulla carta. Pura navigazione stimata. Si imposta la prua che - fortuna vuole- combaciava con le lucine di una nave ancorata a qualche miglio di distanza.
Ogni 4-5’ accendevo la lampada frontale rossa per verificare che, sempre puntando quelle luci, la rotta bussola non cambiasse. Non è successo, quindi non eravamo soggetti né a deriva né a scarroccio; non serviva compensare ma sicuramente rallentare un pochino. Ci siamo concessi una breve pausa dato che, nelle tratte precedenti, avevamo appurato di viaggiare sopra i 3 kts ed in più avevamo un leggero vento in poppa.
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rilevamenti riportati sulla carta in navigazione |
Percorsi i 20’ pianificati abbiamo fatto dei rilievi per capire se fossimo in target sfruttando il faro del Tino ed il fanale verde della bocca del porto. Eravamo in rotta ma ci mancava ancora un pochino. Abbiamo proseguito fino ad aggiustare il rilievo del Tino.
Raggiunto questo punto in mezzo al nulla la guida è passata ad Andrea per raggiungere il fanale verde di Lerici. Questo segnale non era visibile dalla nostra posizione così, nuovamente, dopo aver messo la prua con la bussola abbiamo prima guardato le stelle, poi degli allineamenti di edifici illuminati sulla costa.
Da Lerici a Santa Teresa rientro costeggiando; in un tratto di scogliera particolarmente buio la turbolenza creata dalle pagaie eccitava il plancton che si accendeva di bioluminescenza. La pala lasciava dietro di se una scia bianca piena di puntini luccicanti che risaltava sul mare perfettamente piatto e nero. Troppo debole per impressionare questa luce su foto o video, uno di quei ricordi che rimarranno solo nella memoria di chi c'era.
Pensavamo di fare una notturna che avesse solo aspetti prettamente tecnici e didattici; invece abbiamo anche inseguito le stelle e siamo scivolati su un tappeto fluido luminescente. Che navigazione magica!
L’indomani ancora in aula per un dettagliato debriefing della notturna ed altri aspetti teorici, principalmente cenni di meteorologia. Il corso si è concluso a metà pomeriggio.
Due giorni davvero intensi, da cui ho tratto grande soddisfazione. Sono stati resi evidenti alcuni miei limiti su cui lavorare: la percezione delle distanze in mare e velocità di crociera, la necessità di allenare l’occhio alla continua ricerca di allineamenti e l’utilità di sfruttare la bussola sempre, anche nelle navigazioni più banali per essere in ogni momento cosciente dell'essere o meno soggetto a deriva e/o scarroccio.
Ho poi ricevuto conferma che di meteorologia non ricordo praticamente niente.
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castello di Lerici |
Insomma, ho imparato un sacco di cose e sono tornato a casa con delle abilità da sviluppare anche nelle pagaiate più semplici e rilassanti fuori dalla sede del CK90.
Non ho però soddisfatto il punto 4 dei motivi che mi avevano spinto ad iscrivermi a questo corso. Non so se il percorso ISKGA sia alla mia portata proprio perché la mia pregressa preparazione aeronautica mi ha facilitato non poco in questo particolare modulo incentrato sulla navigazione.
Ma sono sicurò troverò occasione di soddisfare questa curiosità in un altro modulo più prettamente canoistico o marinaresco.