sabato 28 giugno 2025

SottocostaKayakCamp - Arzachena 2025


 La scorsa settimana c'è stato il SottocostaKayakCamp 2025. 

Dopo il “botto” dello scorso anno, con i suoi 170 partecipanti, eravamo ben consci che ritornare ad una versione più classica (più “fatta in casa tra amici”) avrebbe significato raccogliere un numero di adesioni minori. Non è mancata qualche lamentela da parte di qualcuno che avrebbe voluto un “Maratea bis”.

Pochi sanno quanto è costato il Camp di Maratea in termini di tempo dedicatogli dagli organizzatori a partire da ottobre degli anni precedenti. I più attenti invece, dopo aver visionato i bilanci dell’associazione, si saranno accorti di quanto è costato anche in termini economici con grandi esborsi fatti soprattutto sul lato comunicazione.

Il SottocostaKayakCamp 2025 poi è stato in Sardegna, solo da li erano arrivate proposte.

Ed anche questo non ha favorito le partecipazioni, anche se devo dire alla fine che - escluso Maratea- i numeri del Camp si sono sempre assestati tra le 100 e le 120 persone “in continente”, considerando la scelta della Sardegna e della località in costa Smeralda con villaggio a 4 stelle non proprio economicissimo, a mio avviso non ci si può lamentare degli 88 partecipanti.

Come è andato giorno per giorno lo si può leggere sul blog dedicato all’evento, selezionando il tag “ARZACHENA 2025”

Dal mio punto di vista devo dire di non aver concluso molto. Vado, per un motivo o per l’altro, sempre più lontano dal vivere il Camp intensamente come nella mia prima partecipazione del 2019. E questo un po’ mi dispiace. Mi dispiace non poter sfruttare tutte quelle possibilità di crescita che solo il Camp mette a disposizione; così come mi dispiace macinare km ed ore di viaggio per navigare poco lasciando gran parte delle coste nel raggio d’azione delle attività da me inesplorate. Ed in più, come ulteriore aggravante, da laghèe quando mi capita di andare al mare vivo con sofferenza ogni minuto che passo fuori dal kayak con lo sconforto tipico delle occasioni sprecate…


Ma sono tornato a casa con soddisfazioni sotto altri punti di vista.

Matteo è andato per la prima volta in kayak!

Il prossimo mese compirà 4 anni ed è ormai un veterano del SottocostaKayakCamp, con già 3 presenze a curriculum. C’era all’Argentario 2021, aveva compiuto 2 mesi di vita il giorno prima della partenza; poi al Gargano 2023… ma non ha mai voluto usare il kayak, sebbene sia abituato ad uscire sul lago in canoa canadese.

Questa volta ha voluto uscire dalla confort-zone dello stare sulla stessa barca (canoa canadese) con papà e provare l’esperienza del kayak da mare.

Diciamo che c’è stato bisogno di girarci attorno un po’. Prima di partire l’ho portato a Vercurago con la scusa di caricare il mio kayak; abbiamo contemplato un po’ i kayakkini da bimbo, constatando quanto era bello e del tutto simile a quello di papà. Alla fine ha chiesto lui di caricarlo.

Anche arrivati in Sardegna, la settimana prima del Camp, sono passati giorni prima che chiedesse di metterlo in acqua. Ma una volta fatto il primo passo è stato tutto in discesa.

Il primo approccio è stato in acqua con mamma e papà in piedi di fianco a riva. Un kayak usato a mo' di ciambella.


Al secondo tentativo, dopo qualche giorno, abbiamo osato decisamente di più: il giro della baia con la marina di Isuledda. Sicuramente a molto è anche servito vedere i figli di Giovanni pagaiare con disinvoltura. A rimorchio siamo arrivati alla punta con gli scogli che delimitano la baia, e ci siamo avvicinati a curiosare tra gli scafi di alcune barche a vela ancorate in rada.

Sono arrivati anche alcuni treni di onde causate dal passaggio di barconi turistici, Matteo non ha mostrato il minimo disagio. Tornato in spiaggia ha raccontato il tutto alla mamma con la tipica esagerazione dei vecchi lupi di mare: così quelle ondine sono diventate addirittura GIGANTESCHE!!!

Sono riuscito a fare anche un bel video come ricordo:


Venerdì, ultimo giorno, grande navigazione. Sempre a rimorchio siamo partiti in direzione Cannigione, usciti dalla baia lunga traversata di 300m per raggiungere l’isolotto dei fichi d’india. Ci siamo anche fermati per lasciar passare un battello carico di turisti; agli occhi di Matteo, piccolo nel suo minuscolo kayak da mare, sembrava una grande nave. Raggiunta l’isola ci siamo zatterati lateralmente ed - in silenzio (per quanto possibile con un bimbo euforico)- ne abbiamo effettuato il periplo. Abbiamo ammirato i pulli dei gabbiani intenti nelle prime prove di volo e visto  la famosa scultura moderna dedicata a San Giovanni Battista (patrono di Cannigione), scivolando su un’acqua trasparente che lasciava vedere nel basso fondo dei bellissimi prati di posidonia.

Vista la situazione di assoluta tranquillità e la positività di Matteo, per il rientro sulla costa abbiamo fatto una traversata meno diretta, puntando la spiaggia di La Conia per goderci anche il pezzettino di scogliera che la separava dalla nostra baietta.

Alla fine abbiamo percorso ben 1 miglio nautico. Sembrerà una navigazione banale… ma è stata la più impegnativa ed emozionante spedizione che abbia mai guidato (e pagaiato)!
Rientrati in spiaggia anche Federico ha provato a sedersi nel pozzetto con il kayak in acqua. E' rimasto un po' perplesso... ma tendenzialmente se vede Matteo fare qualcosa, lui lo deve imitare.




Per il resto durante il camp ho preso parte ad una bella uscita di gruppo, con tutti i partecipanti, al primo giorno. Abbiamo deciso di aprire così questa edizione, in maniera un po’ anomala. Le ragioni sono spiegate nel blog del primo giorno.

Nel secondo e terzo giorno ho assistito alcuni istruttori in uscite didattiche di mezza giornata, nelle acque riparate del golfo di Cannigione.

Ho preso parte solo ad una vera navigazione nella giornata di giovedì: verso Capo d’Orso, poi la Maddalena ed infine risalendo il versante nord di Caprera fino a cala Napoletana.  Nel viaggio di rientro sono andato fuori di testa nell’attraversare i giardini di roccia tra Cala Garibaldi ed il ponte. Un ambiente davvero incredibile, accessibile solo in canoa. Il mare diventa una piscina con il fondo bianco da cui escono delle conformazioni di granito rosa che talvolta sembrano piante preistoriche, talvolta animali, talvolta giganteschi mostri marini pietrificati.

In realtà avrei voluto andare con Felice ai Monaci, sono partito da casa convinto di andarci. Al CK90 ne avevamo già parlato e studiato la carta nautica. Sarebbero state più di 21nm; io però non ero in vena di fare così tanta strada, mi sento fuori allenamento a causa del fatto che nell’ultimo anno per me avere la pagaia in mano è purtroppo evento raro. Questa navigazione a Cala Garibaldi, guidata da Attila e Gaudenzio sarebbe stata attorno alle 16nm. E me le sono godute tutte senza troppa fatica.



Il Camp si è concluso con la consueta cena accompagnata dalla classica malinconia che si sperimenta quando qualcosa di molto bello finisce. Il camp è sempre un’occasione speciale, anche solo per potersi incontrare con tanti amici sparsi per tutta Italia con cui si ha raramente possibilità di stare assieme. Sono davvero felice di aver pagaiato con Gaudenzio, Attila, Giovanni, Alex; di aver trovato in acqua Yannick… mi dispiace davvero di non aver potuto seguire Pietro nella sua missione dedicata a Pagaia Azzurra e nella sua tradizionale navigazione all’alba. Speriamo, in un futuro non troppo lontano, di poter recuperare.


Link all'album su Flickr:

ph: Luca Porcheddu - Azen Kayak






martedì 11 marzo 2025

Vercurago - Imbersago con i lodigiani


 Ogni volta che si esce in canoa con qualche amico ci si saluta sempre ipotizzando future pagaiate assieme. Progetti che poi, la maggior parte delle volte, non si realizzano.

Quando sono andato a Lodi per la discesa fino a Pizzighettone avevo detto che bisognava assolutamente reincontrarsi per fare il tratto Olginate - Imbersago.

E più o meno ce l'abbiamo fatta. Nel senso che domenica non tutti sono venuti, solo Simona e Nicola hanno partecipato questa volta. Però in più si sono aggiunti Gloria e Felice.

Organizzazione semplice: si parte dalla sede del CK90, presterò una canoa agli ospiti così da semplificare le operazioni di recupero. Ci è bastato portare un auto col carrello allo sbarco facendoci dare un passaggio dai Lodigiani che, più o meno, già passavano di lì per venire a Vercurago. 


Gli equipaggi erano così suddivisi:

-Felice in solo sulla sua NovaCraft Prospector 15;

-Simona e Nicola sulla nostra Esquif Pocket Canyon;

-Gloria ed io sulla nostra Swift Temagami.

attraversando il lago di Garlate

Un po' di vento ci ha infastiditi durante la traversata del lago di Garlate fino alla spiaggia di Gueglia. Il trasbordo è stato rapido ed efficiente grazie a due carrelli.

Io con la Swift però mi sono rifiutato di usare certi accessori: si fa il portage alla maniera tradizionale; almeno un minimo di etichetta!

Abbiamo scelto di imbarcarci subito a valle della diga, prima del ponte, nonostante le velate proteste di Gloria che avrebbe preferito allungare un pochino il trasbordo per evitare il tratto di acqua più agitata.

Passato anche il lago di Olginate e la rapidella del Lavello abbiamo cominciato ad esplorare i vari specchi d’acqua che si aprono in sponda sinistra. Siamo riusciti a percorrere il canale della Rogiolada, a Monte Marenzo. Reputo questa una fortuna dato che è quasi sempre ostruito da rami o alberi caduti.

Qui ho avuto una mitica esperienza. Molti vanno in ferie alle Maldive per fare il bagno con gli squali o coi delfini.

Mi sono messo in piedi per fare una foto dall’alto alle altre canoe che imboccavano il canale; ho perso l’equilibrio e sono caduto fuori. Proprio lì di fianco una nutria, evidentemente infastidita dal gran baccano che ho fatto, si è messa in acqua per nuotare via verso un posto più tranquillo.

Quanti di voi possono raccontare di aver fatto il bagno con la nutria?

Immancabile anche l’ingresso nelle “stoppate” di Brivio. Il paesaggio era ancora spoglio e l’Adda ci mostrava il suo vestito invernale… però in queste zone paludose di acqua bassa già si vedevano sul fondo i germogli delle ninfee che tra poche settimane copriranno quasi l’intera superficie di questi piccoli bacini creando, tra i loro intricati fusti, la nursery naturale per i pesci del fiume nel loro periodo riproduttivo.

Pausa pranzo a Brivio, dove ho avuto modo di raccontare due aneddoti sulla storia di questa zona cercando di far credere agli ospiti che sono un esperto del luogo. Poi però è arrivato Damiano a fare un saluto, e si è messo a raccontare dei decreti del Ducato di Milano, degli interventi di bonifica dello scorso secolo e poi a discutere con Felice dell’avifauna chiamando le varie specie per nome e cognome (provate, con uno di loro due, a dire “guarda, una paperella!”). E così si è chiusa prematuramente la mia carriera da cicerone fluviale.


Brivio

Per la ripartenza ci siamo scambiati le canoe. Simona e Nicola hanno preso la Swift mentre Gloria ed io la Esquif. Era la prima volta che Gloria saliva sulla Pocket Canyon. Dal centro di Brivio all' isola la strada è poca, forse 200m, ma a Gloria è bastato per esprimere il suo giudizio: “questa canoa fa schifo, va dove vuole. Perché hai comprato una roba del genere? Avevamo già l’altra che va così bene. Non si può metterle un timone?”.

Ho saggiamente deciso di non controbattere troppo tentando di spiegare i pregi di quella canoa che mi piace definire “una trottolina”.

Sfrutterò questa sua convinzione quando sarà il momento di acquistare un'altra canadese, qualcosa con un comportamento simile alla Temagami ma di dimensioni minori. La scusa sarà che i bimbi cresceranno e vorranno una barchetta tutta loro.

E non si può mica dargli quella roba lì che va dove vuole. Poverini!

dentro le stoppate

Il passaggio attraverso il canale interno all’area del Toffo era in dubbio. Il livello era ideale ma forse l’uscita a valle, sotto al ponte della ciclopedonale, era ostruita da ramaglie. Allora siamo scesi lungo l’asta principale del fiume ad ispezionare il passaggio, che si è rivelato essere perfettamente pulito, così l’abbiamo percorso in risalita sbucando nuovamente a monte.

Non siamo riusciti invece ad entrare nel laghetto segreto che si trova all’interno di un isolotto. Peccato, perchè avevo parlato ai lodigiani del fatto che sul nostro tratto di Adda c’è addirittura un atollo!

Sarebbe stata anche l’ultima divagazione in quanto, da qui ad Imbersago, anche se si è quasi arrivati, diventa tutto monotono. 

Siamo sbarcati mentre il traghetto leonardesco stava attraversando.



La giornata si è poi conclusa con i consueti progetti - o sogni - futuri.

Progetti che forse non realizzeremo… ma la speranza resta aggrappata a quel forse.






venerdì 7 febbraio 2025

Cimento invernale 2025: memorial Peter


Si è svolto, domenica 2 febbraio, il 26° Cimento Invernale dell'Alto Lario. Storico appuntamento di Sottocosta, in collaborazione con il CK90. Primo ritrovo del nuovo anno.


Molte le cose che mi porterò nel cuore di questa edizione: la più simpatica è che un paio di settimane prima dell'evento, consultando il calendario di Sottocosta, ho scoperto di esser stato coattivamente segnato come co-organizzatore assieme a Felice. Un'eredità di Luciano che qualcuno ha deciso di affidarmi. Ho un vago sospetto sul chi possa aver avuto questa idea. Purtroppo non posso fare nomi e cognomi della persona a cui mi riferisco in quanto, trattandosi del presidente, potrei subire pesanti ritorsioni.

Poi proprio il 2 febbrario è la giornata mondiale delle zone umide, e noi la celebravamo pagaiando nella  Riserva Naturale Pian di Spagna e Lago di Mezzola.
Un posto a me particolarmente caro perchè se dovessi indicare un momento preciso in cui mi sono innamorato del kayak direi sicuramente il 3 gennaio 2016, ovvero la prima volta che Gloria ed io -ancora più che inesperti- abbiamo pagaiato in questo posto (stendiamo solo un velo pietoso sugli standard di sicurezza di quell'uscita). Ed il panorama che ci ha regalato la Valchiavenna questa domenica è stato uguale a quella lontana giornata di ormai 9 anni fa: cime innevate e sull'acqua quei banchi di nebbia bassa che ti fanno scoprire il paesaggio a poco a poco, sottolineandone il fascino selvaggio e lasciandoti vedere al disopra un cielo azzurro che più azzurro non si può. Sarà mancata forse la vista d'insieme della corona di monti caratterizzata dal Sasso Manduino, ma la nebbia ti permette di scoprire qualcosa di nuovo ad ogni colpo di pagaia. La nebbia ti fa sentire un'esploratore, anche dietro casa tua.

Altro evento, per me davvero importantissimo. Gloria è tornata in kayak. Non ci credevo neanche quando il giorno prima ha tirato fuori la tuta stagna dall'armadio e mi ha mandato a caricare il suo kayak.
L'ultima volta che si era vista con una pagaia in mano aveva Federico nel pancione da 5 mesi alla discesa dell'Adda col CK90 nel settembre 2023. Ma a parte quello ed una o due uscite da mezz'oretta in canadese con Matteo non veniva in canoa proprio dal Cimento2023.
Mi mancava pagaiare con lei.


Poi il ricordo di Peter che quest'anno si è mescolato a quello di Luciano.

In acqua eravamo in tanti, poco più di 35. Ma in realtà eravamo molti di più. Alcuni non potevano pagaiare ma volevano comunque essere dei nostri. Qualcuno ci è venuto a salutare al porto di Gera Lario per l'imbarco mentre un nutrito gruppetto di camminatori ci ha raggiunti a piedi al tempietto di San Fedelino per la pausa pranzo. Tra questi anche Luca e Mery con i figli, poi la compagna di un altro canoista sempre con bimbi a seguito.
Sarebbe bellissimo in primavera organizzare una giornata da queste parti in canadese per famiglie. So già il programma: Ci si imbarca a Novate; si esplora il Pozzo di Riva dove i bimbi possono vedere mucche al pascolo, ninfee e pesci in frega; e poi a fare un bel pic-nic ed un pomeriggio di ozio alla cascata.



Comunque, divagazioni a parte, tutto è andato perfettamente. Neanche la Breva ha ci è venuta a disturbare. Non me la sento nemmeno più di citarlo come il raduno  dei "giorni della Merla" perchè, sebbene il calendario dica quello, sono più le volte in cui troviamo temperature miti rispetto a quelle in cui siamo sbarcati su un ramo del Mera ghiacciato.



Link all'album Flickr:

Cimento invernale 2025


Link agli articoli delle edizioni precedenti:

2023

2022

2020

2019

2018

martedì 7 gennaio 2025

Roll della Befana 2025


Ieri mi sono svegliato con l' inconfondibile rumore della pioggia ed una temperatura di 4°C. Forse non il meteo perfetto per una mattinata in kayak, specie se l'idea è quella di fare qualche roll… ma le tradizioni sono tradizioni. L'anno, con gli Inuit del Lario va iniziato così (dovrei sire "su questo non ci piove", ma proprio non è il caso) il giorno dell'Epifania.

Atmosfera umidiccia


In acqua eravamo in 12, una pagaiatina rinfrescante fino al Ponte Vecchio di Lecco e poi rientro davanti alla sede Gallavesa. Si sono fatti dei roll, con la Pagaia ma soprattutto con la scopa.



 Questo è il momento che sancisce l'inizio dell'anno canoistico, è ora di mettersi all'opera per trasformare i progetti per il nuovo anno in realtà. O almeno queste sono le intenzioni.

Da dove partire? Oggi cominciamo a mettere le mani sulle Prospector sociali; l'idea è di montare gli airbag così da avere un'altra canadese -oltre la mia Pocket Canyon- con cui divertirsi in diga (e magari su qualche altro fiume).
Chissà se questo 2025 sarà l' anno del corso istruttori Sea Kayak, o se sarà un anno tutto dedicato alla canadese.
Staremo a vedere.

Riccardo, come sempre in modalità festa!



lavori sulle NovaCraft Prospector SP3

Link ai post degli anni precedenti:

domenica 8 dicembre 2024

Winter Sea Kayak Italian Event 2024


Mare calmo, niente vento, sole e temperature primaverili. Ma che storia è questa?

È proprio il caso di dirlo: non ci sono più i WISKIE di una volta!

Il WISKIE è sempre stato un evento da veri lupi di mare con acque agitate, venti impetuosi, nuvoloni scuri che ti scaricano addosso secchiate di acqua al punto da non riuscire a tenere gli occhi aperti neanche con il più bello dei nord-ovest.

Insomma, il WISKIE era quell' evento di cui poi ti vantavi per tutto l'anno raccontando agli amici dell’eroica navigazione a cui avevi preso parte.

Insomma, ci siamo capiti… io il WISKIE con il bel tempo non l’avevo mai visto, e quest’anno il tempo è stato bellissimo.


Ho avuto modo di prendere parte solo alla giornata di sabato, facendo una toccata e fuga con partenza da casa alle 5 di mattina e rientro alle 4 della notte successiva. Follia pura, ma non potevo mancare all’evento in ricordo di Luciano.

La Madonnina del Tinetto

La mattina ci siamo ritrovati al porticciolo di Le Grazie in 57 kayaker, imbarcati per la più tradizionale delle navigazioni di chiusura dell’anno di Sottocosta: Portovenere, baia di Byron ed isole Palmaria, Tino e Tinetto. Da raccontare c’è poco, se non la bellezza del paesaggio reso ancor più evidente e godibile dalla quasi completa assenza di traffico diportistico a motore. Ci siamo soffermati allo scoglio con la Madonna appena fuori dal Tinetto, Gaudenzio ricordava un anno in cui le onde, spinte ed enfatizzate dal basso fondale, arrivavano a frangersi violentemente a livello del busto della statua. Lo ricordo bene anche io, era il 2019, Gloria ed io eravamo freschi freschi di brevetto Pagaia Azzurra SK2, ed è stata la nostra prima navigazione in condizioni da livello 3… per Gloria l'esperienza fu talmente intensa da diventare un personale standard di riferimento (ricorrente sarà la frase “se è come quell’anno al WISKIE, io non vengo”).

Pausa pranzo sulla solita spiaggia in Palmaria, con rientro anticipato alle 15:00 in quanto a Le Grazie un rappresentante di Portovenerecultura ci aspettava con vin brulè e focaccia.

Paolo sotto al Faro del Tino

Prima della cena, momento cardine del WISKIE, altri due sono stati gli impegni: l'assemblea straordinaria dei soci volta ad eleggere il nuovo consigliere in sostituzione di Luciano ed un momento di incontro e scambio di idee tra i non pochi tecnici presenti.


La cena è stata occasione per ricordare ufficialmente Luciano, non è mancato nemmeno il solito tavolone su cui consultare parte del suo archivio fotografico e di documenti riguardanti gli incontri di Sottocosta (ho scoperto che nel 1992 Franco Soana aveva prenotato una singola… chissà cosa aveva da nascondere). Immagini venivano proiettate su una grande parete e facevano da sottofondo alle chiacchiere ed ai ricordi… ma, come sempre e mai come quest’anno, la cena dei WISKIE è il momento in cui si tirano le somme dell’ultimo anno ma è anche occasione di guardare avanti e progettare il prossimo anno.

Se nella riunione coi tecnici si è discusso di formazione ed aggiornamenti, con i soci la domanda principale era una: ma il SottocostaKayakCamp 2025?  

L'invasione del canale della Palmaria

Dopo cena mi sono messo in macchina e, superato il passo della Cisa, mi ero lasciato alle spalle il bel tempo del levante ligure per infilarmi in quei fitti banchi di nebbia che ormai si vedono solo nella bassa padana.

L’indomani mi sono mangiato le unghie vedendo le foto sui social e su WhatsApp del gruppo navigare un mare cristallino in un’altra giornata di tempo splendido.


Il WISKIE, con i suoi rituali, è una di quelle tradizioni a cui Luciano ci aveva abituati. Bisogna portarla avanti.



Link ai post degli anni precedenti:

2022

2019

2017

giovedì 7 novembre 2024

Concentrazioneskimokayak 2024


Anche quest'anno si è svolto il Concentrazioneskimokayak, storico incontro autunnale degli amici di Sottocosta sulla sponda veronese del lago di Garda, giunto ormai alla 23^ edizione.

Si trattava di uno dei tanti raduni organizzati negli anni da Luciano, ed è stato questo il primo incontro dopo la sua morte.
Gli Enzi, che non hanno voluto lasciare cadere questa bella tradizione, si sono occupati di dare continuità all'evento prendendosi cura tanto della parte logistica quanto della conduzione delle due navigazioni.

Base dell' evento il solito, ben attrezzato, camping Du Parc in Lazise.


l'invasione del porto vecchio di Lazise

La mattina di sabato 26 ottobre ci siamo presentati all' imbarco in una quindicina circa, sotto un cielo grigio che minacciava pioggia, per il più classico degli itinerari che ormai contraddistingue il concentrazioneskimokayak: Lazise, Bardolino, Garda, Punta San Vigilio e… ricerca del Pal del Vó! Non potevamo proprio rinunciare a questa “caccia al tesoro” tanto cara a Luciano.

al pal del Vò

Unica sosta con sbarco poco a nord di Garda.

La navigazione è stata estremamente tranquilla; lago piatto, neanche una bava di vento, traffico praticamente inesistente, temperatura tutto sommato gradevole e della pioggia che ci aspettavamo si è vista solo qualche sporadica gocciolina.

Punta San Vigilio

Una menzione particolare a Roberta che ha salvato un gabbiano ferito ed intrappolato in una lenza, avvistato dal gruppo penzolare stremato dalla prua di una barca a vela ormeggiata ad una boa.

l'inaspettato passeggero temporaneo

La sera ci siamo ritrovati tutti al ristorante per una cena in compagnia. Occasione sempre gradita di scambiare quattro chiacchiere non solo con i pagaiatori ma anche con gli accompagnatori. A catalizzare l' attenzione generale (specie del dopocena, quando Gli Enzi tirano fuori dal camper la loro vasta riserva di amari) i vari metodi insetticidi e repellenti sperimentati da Riccardo e Marina nei loro molti viaggi.


L' indomani mattina ci siamo ritrovati nuovamente sulla spiaggia esterna al campeggio, un gruppetto leggermente ristretto rispetto al giorno precedente. Questa volta navigazione verso sud con meta Peschiera del Garda. 

Al briefing si è presentato a sorpresa Checcobalanza, anche se impossibilitato a pagaiare. Ha comunque voluto essere presente per ricordare Luciano ed omaggiarci di un adesivo commemorativo.

il ponte di Porta Brescia

Dal campeggio a Peschiera la pagaiata è monotona, senza una buona compagnia di amici con cui parlare sarebbe una vera noia.

Peschiera, al contrario, è una vera perla. Abbiamo navigato tutti e quattro i canali che la attraversano e circondano le sue mura ricche di storia. 

Siamo tornati abbastanza presto, così da riuscire a sistemare e caricare l’attrezzatura ed addirittura fare un rapido aperitivo di chiusura prima di partire in tempo per evitare le immancabili code all' orario di chiusura dei parchi divertimento.

Il meteo è stato anche meglio del giorno precedente con assenza completa di precipitazioni e perfino qualche occhiata di sole.

Piroscafo Zanardelli

Noto sempre, in termini di abbigliamento, che questo è il raduno più vario di tutti.  Alcuni con la stagna, altri con il neoprene da mezza stagione e chi addirittura in calzoncini e giacca d’acqua leggera. Io ero in tuta stagna ed alla fine sono stato contento della scelta, ti rendi conto però di quanto la temperatura sia una percezione personale in quanto io così vestito stavo bene, mentre i turisti tedeschi di tutte le età (dai bambini alle nonnine) erano in costume a fare il bagno già alle 7 di mattina.

Sono stato davvero felice nel constatare che qualcuno ha deciso di prendersi l'impegno, non da poco, di portare avanti l'organizzazione di questi incontri. Incontri che sono si occasione per rivedere vecchi amici ma anche, come spesso accade, di fare nuove conoscenze. Grazie ad Enzo e Roberta, agli amici di Sottocosta ed... arrivederci al WISKIE!

Link agli articoli degli anni precedenti:

Concentrazioneskimokayak 2023

Concentrazioneskimokayak 2022

Concentrazioneskimokayak 2019

Concentrazioneskimokayak 2016







giovedì 24 ottobre 2024

l'Adda da Lodi a Pizzighettone

gli equipaggi (foto di Nicola Orsini)

Qualche settimana fa ho incrociato per caso Nicola Orsini, che passava dalle parti di Vercurago. Per farla breve mi sono auto invitato a Lodi, per una discesa dell' Adda in canadese fino a Pizzighettone. Andata buca il primo fine settimana disponibile causa livello del fiume impraticabile siamo riusciti a concludere per domenica 20.

Il fiume era ancora molto alto ed in pianura non pochi campi erano allagati. Sono arrivato all'ospedale di Lodi (luogo di imbarco) con largo anticipo e già dalla prima occhiata al fiume si vedeva l'acqua correre davvero veloce

Dei presenti conoscevo solo Nicola. In acqua c’era anche la sua compagna Simona, Sigfrido (veterano della canoa canadese) in solo e Paolo che, alle primissime esperienze con la pala singola, è salito in canoa con me.

imbarco dall'argine
Dopo aver portato due macchine all’arrivo ci siamo imbarcati calando le canoe e tutta l’attrezzatura giù dall’argine. 

Sulle sponde molta plastica, trasportata dalle ultime piene e rimasta intrappolata tra i rami degli alberi fino ad un paio di metri di altezza sopra l’attuale livello dell’acqua.

Il fiume è un I° grado anche se l'ho trovato nella prima metà piuttosto diverso dall’Adda che sono abituato a frequentare tra Olginate ed Imbersago. Vi è una più netta differenza tra le zone di morta ed i filoni di corrente. In alcuni punti vi erano ampi mulinelli che creavano nelle morte delle forti controcorrenti al punto da vedere sulla riva la vegetazione piegata verso monte.

Situazioni che mi ricordo bene in Ticino.  Probabilmente si creano anche dalle mie parti quando la diga di Olginate è completamente aperta ma non ho mai avuto modo di scendere con livelli del genere.

A 7km dalla partenza, in sponda destra, entriamo ad esplorare la lanca di Soltarico. Questa fino al 1976 era un’ansa del fiume ma, in occasione di una piena particolarmente violenta il corso d'acqua si è scavato una scorciatoia facendo diventare quella curva un ramo morto, cieco a monte. Ciò testimonia la continua e naturale evoluzione del tracciato del fiume che con la sua forza continua a plasmare queste terre morbide e tutto sommato pianeggianti. Le lanche rappresentano delle tranquille zone di morta dove abbonda la vegetazione,  trovano riparo ai pesci nella fase riproduttiva e si crea un habitat particolarmente favorevole anche per l’avifauna.

nella Lanca di Soltarico

Per la pausa pranzo ci siamo fermati a circa 18 km dalla partenza, in una specie di casetta-rifugio creata da un privato sulla sua proprietà e messa a disposizione degli amanti del fiume. La troviamo a pochi metri di distanza dall'acqua ed il fiume si presenta come un unico corso d’acqua; i locali mi raccontano però che solitamente è nascosta in una specie di piccolo ramo laterale e che quelle ramaglie che vediamo spuntare dall'acqua proprio di fronte sono degli alberelli che ricoprono un isolotto che adesso è abbondantemente sommerso.

rifugio fluviale

Ci rimettiamo in canoa ed in breve tempo siamo nel punto dove il fiume Serio si unisce all’Adda, poco prima di passare sotto l’imponente ponte della ex SS591.
Fatto curioso: si passa sotto alla sua ampia campata e, dopo 4 km, si vede in lontananza un’altro ponte perfettamente identico avvicinarsi. Si tratta di un’illusione!
C’è solo un ponte; semplicemente dopo averlo passato il fiume descrive un’ampia ansa che torna su sè stessa creando una penisola larga meno di 150m.

Due anse dopo ci sarebbe un’altra piccola lanca ma… ce la siamo persa e siamo arrivati al porto di Formigara. Solitamente sarebbe protetto da una diga che in quel momento era appena sotto il pelo dell’acqua dandoci da lontano l’impressione fosse una raschiera.
Troviamo anche la nave Cremona semi affondata, una barca da lavoro lunga 38m. Mi raccontano essere in stato di abbandono da anni anche se  fino a poco fa era normalmente ormeggiata e galleggiante. Ora giace su un fianco, con l’ancora divelta e con le sovrastrutture ricoperte da tronchi e detriti spinti dalle ultime piene.

di fronte al relitto

Da qui mancano circa 5km Pizzighettone. Sbarchiamo poco prima dell’abitato in sponda destra, bel lontano dal ponte che segna l'inizio dei mortali pericoli rappresentati dallo sbarramento con le prese della centrale idroelettrica; ci sono dei moletti facilmente raggiungibili dalla strada con un comodo parcheggio sterrato.

Il meteo è stato clemente, eravamo preparati alla pioggia ma ha gocciolato un pochino fino a poco prima del mio arrivo a Lodi. Metà discesa l’abbiamo fatta con il cielo completamente coperto e nella seconda parte si è addirittura visto il sole; siamo sempre stati all'asciutto ed essendo stati tutti abbigliati ed equipaggiati come in invernale addirittura abbiamo sentito il caldo.

Dal punto di vista naturalistico ci sono stati avvistamenti di aironi bianchi, cormorani, un martin pescatore ed un non ben precisato tipo di rapace. 

La giornata si è conclusa dopo il recupero con tanti saluti e l’idea di ritrovarci per fare il “mio” tratto di Adda, da Vercurago ad Imbersago. Ne ho decantato le bellezze e degli altri partecipanti solo Sigfrido lo ha percorso.
Spero di aver convinto soprattutto Simona, così da avere la presenza di una ragazza con cui far leva su Gloria. Non pagaia dalla discesa col CK90 del 2023, quando aveva il pancione. 

Con grande sorpresa Sigfrido mi ha fatto dono di un barile; un accessorio da vero canoista canadese che ancora non avevo.





SottocostaKayakCamp - Arzachena 2025

 La scorsa settimana c'è stato il SottocostaKayakCamp 2025.  Dopo il “botto” dello scorso anno, con i suoi 170 partecipanti, eravamo ben...